Qualche commento ci vuole, dopo la giornatona democratica di ieri, che ha visto Walter il Buono trionfare a furor di popolo…
1. L’affluenza. 3.000.000 e passa di elettori sono un dato assolutamente enorme. Non credo sia gonfiato ma fosse pure taroccato di un buon 33% saremmo ai 2.000.000 il che significa comunque un successo superiore alle aspettative (per lo meno alle mie, ma non solo alle mie). E’ certo una dimostrazione della bontà del progetto aggregativo e della vitalità democratica dei cittadini italiani, quindi – anche per chi sta a destra – se la democrazia è sana, ci guadagnano tutti;
2. Il “second step“. Se si vuole emulare il modello americano (il nome del nuovo partito e il ricorso a forme di democrazia diretta come le primarie) sarebbe bene andare fino in fondo e quindi far seguire l’elezione plebiscitaria a una convention politico-programmatica che detti le priorità di breve-medio periodo per il nuovo partito. Questo al fine di completare il passaggio da una forma-partito di tipo ideologico ad una maggiormente “issues-oriented“, più in linea con un approccio alla politica meno rigido e indottrinato rispetto al passato;
3. L’effetto-domino. Se la fusione tra DS e Margherita funzionerà (cioè, se non sarà breve e tormentata come quella tra PSI e PSDI negli anni ’60), allora questo potrebbe rafforzare i processi integrativi già in atto (Partito della Libertà, Cosa Rossa, Partito Socialista, Centro cattolico) ridando forma e struttura – finalmente – al sistema politico italiano, dopo 15 anni di impazzamento personalistico. Si potrebbe quindi avere un partito tra il 10-15% dei voti a sinistra, il Partitone democratico attorno al 33% dei voti, un partito di centro cattolico moderato del 6-8%, un partito conservatore del 35-40% e – per i fatti loro – un partitello socialista e la Lega Nord, oltre ai soliti radicali che vanno un po’ qua e un po’ la. Dunque, 4 partiti “rilevanti” e altri 3-4 con un ruolo strategico solo se il sistema elettorale lo prevederà…un notevole passo avanti rispetto alla situazione attuale, dove si agitano sul palcoscenico della politica non meno di 20 tra partiti e “componenti”, con gli esiti infelici che abbiamo stabilmente sotto il naso;
4. Il rinnovamento. Questo è il punto debole dell’esperienza delle primarie. Prevedere liste bloccate è un brutto segnale, perchè comunque i cittadini sarebbe bene fossero chiamati a scegliere, non a ratificare.