Il decollo

Il decollo

alitalia.jpgConfesso che non amo molto l’utilizzo del termine “storico” o “epocale”…Ho sempre preferito un approccio più sobrio alle cose, eppure la possibile vendita di Alitalia ad Air France può meritare pienamente l’utilizzo di tali, impegnativi vocaboli.

Per una volta parrebbe infatti che le considerazioni del “teatrino della Politica” siano state messe in secondo piano e abbia prevalso una logica più legata ai principi del mercato, attraverso l’accettazione – sic stantibus rebus – del progetto industriale più solido.

Il fatto che partiti e sindacati siano stati tenuti fuori dal processo decisionale non può che fare piacere, dato che proprio partiti e sindacati sono stati i carnefici dei bilanci Alitalia negli ultimi 15 anni. E la loro cocciuta invadenza continua a manifestarsi nelle polemiche di questi giorni, relative al destino di Malpensa.

Certo, anche a me dispiace che il controllo di un marchio simbolo dell’Italia esca dal territorio nazionale (anche se diretto verso l’amatissima Francia, sede di ogni bellezza) ma in fondo dov’erano tutti i nazionalisti che in questi giorni stanno stracciandosi le vesti per l’assenza di una “soluzione italiana”?

Che hanno fatto le grandi imprese italiane per proporre un salvataggio di Alitalia? dov’erano la Fiat, la Pirelli, Moratti, Mediaset…ha farsi guerra per i giornali, a comprare squadre di calcio e a farsi ripagare i debiti dalle banche, probabilmente.

E quindi, criticare oggi il governo colpevole solo di aver cercato una soluzione che possa far quadrare i conti di Alitalia una volta per tutte mi pare assolutamente ingiusto. Insomma, chi è senza peccato, scagli il primo aereoplanino di carta…

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