Lo sconfitto

Lo sconfitto

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Bisogna anche andare oltre le apparenze. Ieri è stata una cattiva giornata pure per lui.

E’ l’eterno secondo, il “primo duca” del Regno di Berlusconia, ma non ha sangue reale e non diventerà mai re…Infatti, sono anni che ci prova a ritagliarsi un ruolo di leader della destra, sul modello di Aznar in Spagna, ma non c’è nulla da fare, gli vanno tutte storte.

Aveva provato nel 1995, con la nascita di AN e la fine dei legami ideologici e simbolici con il Fascismo. Ma ora si trova costretto a fare una alleanza politica ed elettorale con partiti che non solo criticano quella svolta, ma ne contestano gli aspetti più simbolici (come il mea culpa a Gerusalemme, mai digerito da Francesco Storace), le radici ideali e ideologiche (la Mussolini, tanto legata al ricordo del tenero nonno) e – addirittura – giungono a negare l’Olocausto (come il segretario della Fiamma Tricolore, Luca Romagnoli).

Ci aveva riprovato nel 1997, sostenendo il progetto di riforma costituzionale elaborato dalla Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema. Ci teneva, perchè una nuova Costituzione era il modo per uscire – anche simbolicamente – dall’isolamento culturale ed entrare nell’arco costituzionale, contribuendo a creare nuovi equilibri istituzionali, capaci di sostituire quelli del 1948, nati in funzione antifascista. Ed è andata buca, perchè al momento del dunque Berlusconi si è sfilato e lui – alla Camera – è stato costretto a dire “non sono d’accordo, ma mi adeguo”.

Nuovo tentativo nel 1999. Alle elezioni europee da vita a una alleanza con Mario Segni (l’Elefantino) puntando su quella e sul referendum elettorale per giungere ad un grande partito del centrodestra dove lui, grazie a un maggiore radicamento territoriale e ad una maggiore consuetudine con le ritualità partitiche, avrebbe potuto puntare a un rapporto alla pari con Berlusconi. La sconfitta al referendum (18 aprile 1999) e – successivamente – alle elezioni europee (appena il 10,3%, circa 1/3 dei voti in meno rispetto alla competizione precedente), seppelliscono senza pietà quel progetto.

I cinque anni di presenza ininterrotta nel governo Berlusconi (2001-2006) non fruttano nulla dal punto di vista elettorale e accrescono il suo senso di insofferenza. Durante quel quinquennio Fini da vita con Casini ad un asse privilegiato dentro la coalizione di governo, per stoppare quello – ben più saldo – che lega Berlusconi alla Lega. Senza riuscirvi.

Infine veniamo ai giorni nostri. Fini sperava di impiegare i cinque anni di legislatura ulivista per diventare l’alternativa alla monarchia assoluta di Berlusconi, contando anche sul fattore anagrafico (trascurando il fatto che Berlusconi – per sua natura – è immortale). Da qui il fastidio per il “PdP” (Partito del Predellino), fondato da Berlusconi in un moto d’istinto, per uscire dall’isolamento post-finanziaria (due mesi fa, sembrano due secoli…). Sperava di essere il candidato premier della destra nel 2011 e invece ha visto nitido il rischio del ritorno in fondo al pozzo, schiacciato dal possibile abbraccio mortale tra Forza Italia e Partito Democratico…da qui tutto il suo agitarsi senza una vera direzione, senza un vero senso compiuto.

Fino a ieri. Chiedere a gran voce “elezioni subito” con “Berlusconi premier“…e lui, ancora, come al solito, due passi indietro, come il principe Filippo con la regina Elisabetta.

Perchè il loro è – a tutti gli effetti – un matrimonio senza amore, dove il coniuge più debole (Fini) compie costantemente la sciocchezza più grande: quella di flirtare di continuo, senza mai tradire veramente.

0 Replies to “Lo sconfitto”

  1. Molto interessante il tuo post. L’ho linkato dal mio blog, complimenti. Allora chi è che manca di lungimiranza in questo Paese, Berlusconi o il centrosinistra ? 😉

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