Non sono un elettore dell’estrema destra. Non vado in curva a urlarle grosse e il lessico e l’armamentario fascista o neonazista non fanno certo per me, che sono tipo da passioni più miti. Ma so riconoscere le persone intelligenti, o almeno mi piace crederlo.
Una di queste mi pare Daniela Santanchè, candidata premier de “La Destra”, partito nato da una costola di An in dissidio su tutta una serie di questioni ideali, tra le quali il giudizio sul Fascismo “male assoluto” dato da Gianfranco Fini in gita a Gerusalemme. La questione sarebbe stata superabile, visto che nel PdL hanno trovato spazio anche movimenti politici – come quello di Alessandra Mussolini – al cui interno ci sono personaggi oscuri che negano addirittura la realtà storica dell’Olocausto. Ma insomma, quali che siano le ragioni, la Destra va per i fatti suoi e candida alla poltrona più alta non Francesco Storace, ma – appunto – la Santanchè, ieri sera ospite a Matrix, su Canale 5.
Confesso che mi è piaciuta. Sa parlare con proprietà (non abusa dell’orrido “piuttostoche”, marchio di fabbrica dell’ingessatissima Brambilla), è a suo agio davanti alla telecamere, ha un linguaggio del corpo aperto e comunicativo, dice cose spesso condivisibili e anche quelle meno condivisibili le sa spiegare e giustificare. Ha i riflessi pronti e non sembra facile metterla nel sacco con le domande spinose, alle quali risponde con intelligenza.
Ieri sera era anche sobria dal punto di vista del look. Capelli raccolti (che le donano) e gioielli eleganti, un po’ vistosi (i diamanti luccicano, c’è poco da fare!). Eppure c’è qualcosa di lei che ancora lascia perplessi…non è facile re-inventarsi in così poco tempo e infatti, quando si distrae, ci sono sguardi, bagliori diamantati e moti delle mani che mi fanno venire in mente il suo clone cinematografico: Crudelia De Mon, la perfida, sciccosissima, ricca, cinica e insensibile mandante del rapimento dei 101 cuccioli di dalmata sul quale ruota tutta “La Carica dei 101“.
Ecco, è certo colpa mia e non so che farci. Ma ogni volta che compare la Santanchè, io penso a Crudelia.
sacrosanto