Secondo l’onnipotente “Wikipedia” una definizione di “Accidia” può essere “l’avversione ad operare, mista a noia e indifferenza”. Mi sembra perfetta per i candidati alla Camera e al Senato nella mia Regione (il Friuli Venezia Giulia) ma – ne sono convinto – anche nel resto d’Italia.
Infatti, mentre i leader nazionali galoppano come puledri dal nord al sud della Penisola e i candidati territoriali per le comunali, provinciali o regionali battono il territorio palmo a palmo, i 7-800 candidati sicuri di essere eletti stanno a casa a guardare la televisione o – tutt’al più – fanno le ballerine di fila (con aria scocciata) quando nel loro cortile compare qualche politico di peso e loro devono andare a fargli da contorno.
E’ forse questa la principale conseguenza negativa delle liste bloccate: non tanto il fatto che 10-15 persone si chiudono in una stanza e decidono chi farà il parlamentare (con buona pace del secondo comma dell’art. 1 della Costituzione), quanto la totale assenza di interesse e spirito civico da parte dei candidati.
Che non organizzano incontri, non gestiscono serate o momenti di confronto, non partecipano a dibattiti. Non fanno nulla. Attendono nella pace della loro casa il 14 sera, quando parenti e amici chiameranno per fare le congratulazioni (per che cosa? non si sa).
Ma in democrazia le elezioni dovrebbero essere competizione, voglia di ascoltare, passione civile e impegno sulle cose da fare. Gli anglosassoni parlano di accountability, di “render conto” dell’operato, di quanto fatto e quanto sarà da fare.
Magari i candidati lo farebbero pure. Uscirebbero per andare a incontrare gli elettori e confrontarsi con loro. Ma non oggi, però. Oggi piove.
Già, già, sono impegnato in un paio di piccole, molto piccole, campagne e confermo che è proprio così!
In questa uggiosa campagna primaverile noto questo:
1. Epidemia di sondaggite: se il sondaggista dice che la lista ics è al 7 per cento, il candidato e la gente tende a credergli e in qualche modo ne risente. Per il momento non è stato trovato nessun rimedio. Spero che i sondaggisti toppino alla stragrande per ridimensionare l’importanza del loro lavoro.
2. La gente a forza di colpi di antipolitica è realmente stufa (si sa, ma mi va di ribadirlo!): provare a fare un po’ di telemarketing elettorale, anche solo per gioco, per credere!
3. I nomi grossi, si fa per dire, sono tutto sommato immobili perché hanno capito che per riempire a metà un auditorium devono portarsi dietro la claque, amici, parenti, amici degli amici dei parenti…
Proprio così, caro Matteo. In realtà penso che la questione sia più profonda a dire il vero, identificabile in un progressivo e preoccupante isolamento della classe politica dal resto del mondo. Come il principe Prospero, nella Maschera della Morte Rossa di Edgard Allan Poe.
Vero, vero… e ci si continua a chiedere perché il resto del mondo continui a dare fiducia a questa classe politica!