Attenzione, attenzione…approssimasi post trombone!
Nel suo classico studio sui militari e la politica (The Man on Horseback, 1962) Samuel Finer notava come i militari abbiano come risorsa sistemica una chiara struttura gerarchica e di comando, il monopolio legittimo delle armi, spirito di corpo, organizzazione e ramificazione capillare nella società. E quindi, la domanda corretta – per Finer – doveva essere non tanto “perchè ogni tanto i militari prendono il potere?” bensì “visti i loro vantaggi sistemici, perchè non prendono sempre il potere?”
Le ragioni sono svariate e non mi ci dilungo, ma un esempio calzante ci tengo comunque a farlo. Riguarda il caso USA-America Latina. Gli Stati Uniti – pur con mille difetti – sono una democrazia. Una democrazia capace di rinnovarsi, di mettersi in gioco, di correggersi e di tutelarsi. Sono nati democratici nel 1776 e non hanno mai messo in discussione la loro natura “inclusiva”.
La forma di governo che hanno scelto è stata l’archetipo di tutti i presidenzialismi. Un presidente “forte”, ma costretto a dialogare con un parlamento ancora più forte, in un quadro di separazione netta dei poteri, reso più incisiva da un sistema federale e da una magistratura autonoma e credibile. A sorreggere il tutto, una stampa libera e realmente “cane da guardia del potere”, capace di non fermarsi neppure alle soglie della Casa Bianca (come Nixon, Clinton e Bush jr. hanno dovuto scoprire…) e una cultura civica improntata ad un “patriottismo costituzionale”, talvolta ridicolo, ma in grado di rafforzarne la coesione politica.
Il sistema americano è stato scopiazzato da praticamente tutte le nazioni del Sudamerica, che si sono dotate di un sistema presidenziale, con parlamento bicamerale e struttura federale. E sono tutte finite male.
Invece di inclusione, apertura, espansione dei diritti, trasparenza politica il Sudamerica ha conosciuto popolismo, conflittualità estrema e nel corso del XX secolo tutti i paesi dell’area sono stati presto o tardi governati da regimi militari tirannici e violenti.
Perchè? per il semplice fatto che un sistema come quello presidenziale – che enfatizza per forza di cose il ruolo del “capo” – non funziona quando la politica è troppo polarizzata, quando le forze in campo non si riconoscono a vicenda, quando non c’è rispetto delle regole, coesione culturale e senso del limite. Il sistema presidenziale richiede che la democrazia sia “the lonely game in town” e se così non è meglio lasciar stare.
In Italia così non è. Berlusconi propone – non so se per scherzo o seriamente – una trasformazione presidenziale dello Stato. Nulla di male in astratto e infatti in altri contesti, come la Francia, questo si è rivelato un bene. Ma da noi?
Siamo sicuri che quello di cui abbiamo bisogno sia il rafforzamento del capo? Io penso di no. Credo che serva partecipazione, apertura al nuovo, controllo sulla politica, pulizia, stampa libera, lotta ai privilegi di casta. Altrimenti, partiremo per disegnare il Paese di Obama e finiremo per trovarci quello di Putin.
L’amico Putin.