Ormai è un dato di fatto che emerge da tutte le più recenti rilevazioni, ultima quella di Repubblica in edicola quest’oggi: la luna di miele tra italiani e governo Berlusconi è terminata. Non siamo ancora alla crisi – ovviamente – ma direi che il desencanto è dietro l’angolo: le prime crepe sono apparse durante le settimane di manifestazioni studentesche, su queste si è innestata la preoccupazione per la crisi economica e nell’ultimo mese le continue polemiche interne alla maggioranza di governo.
Tutto questo non deve sorprendere: un anno fa, pochi giorni prima della caduta del governo Prodi, la ex coalizione di centrodestra era vistosamente in crisi, anzi – per utilizzare l’espressione di Gianfranco Fini – erano giunti “alle comiche finali”. Poi – inaspettato – il miracolo per la Casa di Brandeburgo: prima Uolter Veltroni recuperava dal cassonetto dell’umido il povero Silvio Berlusconi, ivi gettato dai suoi “amici” e alleati… “Bisogna trattare con Berlusconi! E’ lui il capo dell’Opposizione! E’ cambiato, è diventato buono e ora faremo le riforme assieme!”
Intanto, mentre Uolter trattava con il Caimano rinsavito, il governo di centrosinistra andava a rotoli, tempo pochi giorni e le Camere venivano sciolte e tutto ricominciava come al solito: sempre in campagna elettorale, sempre a schierarsi pro o contro Berlusconi, con il centrosinistra sempre in pezzi. Insomma, per parafrasare Nietsche, l’Eterno Ritorno del Sempre Uguale…
E’ passato un anno da quei giorni ruggenti e le contraddizioni dentro la destra sono sempre più evidenti. Eppure, il governo resta solidissimo e se dovesse cadere sarebbe solo per ricostruirlo su basi diverse, ma con i medesimi attori, un po’ come ai tempi del Pentapartito, quando cadeva un governo a 5 e veniva rifatto un governo a 5, magari con un sottosegretario in più per il PSDI e un portafoglio in meno per il PLI.
Questo anche perchè da ormai 8-9 mesi l’opposizione – molto semplicemente – non esiste più. Ed è un errore politico micidiale che nel PD non siano capaci di chiudersi in una stanza, fare una volta per tutte la loro Notte di San Bartolomeo e ripartire. Non importa su quale programma o con quale leader, per dirla con Napoleone, in guerra è meglio avere un cattivo generale che due buoni. Quello che non possono fare è rimanere fermi a strillarsi addosso, che però è l’unica cosa che sta facendo il Partito Democratico.
E nel frattempo, l’opposizione politica la fa la Lega, l’opposizione istituzionale la fa Fini, l’opposizione etica la fa Di Pietro, l’opposizione sociale la fa la Cei. Se ho torto, ditemelo perchè proprio mi sfugge dove e perchè… Eppure, margini ci sarebbero (eccome), temi da affrontare ci sarebbero (eccome), persone da valorizzare ci sarebbero (eccome).
Ma non succede nulla. E così la finta luna di miele tra la Signora Italia, stanca e un po’ scojonata e il signor Silvio che spera di tirare nottata a forza di barzellette scadenti e vittimismi è condannata a continuare, solo il cielo sa per quanto ancora. Temo parecchio…