Ho letto sul “Corriere della Sera” di oggi la lettera che David Cameron, leader dei Tories britannici, ha inviato ai propri sostenitori dopo la morte del figlioletto di 6 anni, affetto da una grave malattia congenita.
Come già accaduto per Tony Blair – alle prese diversi anni fa con l’infermità del padre – anche per Cameron l’esperienza personale è stata fondamentale per cogliere l’importanza e il valore del servizio sanitario pubblico, così duramente messo in discussione durante gli anni del governo Thatcher. E’ vero che dell’importanza delle cose spesso ci si accorge solo sbattendoci sopra il naso, come purtroppo è capitato al politico Tory.
Ma, sia come sia, la lettera è bella, toccante e leggera in puro stile britannico e quindi la riporto nella sua interezza:
“Sam e io siamo stati sommersi da tutte le lettere, i biglietti, le e-mail e i fiori che abbiamo ricevuto per Ivan. Inviare una e-mail questa settimana ci offre l’opportunità di dire un grande «grazie». Significa molto sapere che altri pensano a noi e a lui.
Abbiamo sempre saputo che Ivan non sarebbe vissuto per sempre, ma non ci aspettavamo di perderlo così giovane e così all’improvviso. Lascia un vuoto nella nostra vita così grande che le parole non riescono a descriverlo. L’ora di andare a letto, l’ora di fare il bagno, l’ora di mangiare — niente sarà più uguale a prima.
Ci consoliamo sapendo che non soffrirà più, che la sua fine è stata veloce, e che è in un posto migliore. Ma, semplicemente, manca a noi tutti disperatamente. Quando ci fu detto per la prima volta quanto fosse grave la disabilità di Ivan, pensai che avremmo sofferto dovendoci prendere cura di lui ma almeno lui avrebbe tratto beneficio dalle nostre cure. Ora che mi guardo indietro vedo che è stato tutto il contrario. È stato sempre solo lui a soffrire davvero e siamo stati noi — Sam, io, Nancy ed Elwen — a ricevere più di quanto io abbia mai creduto fosse possibile ricevere dall’amore per un ragazzo così meravigliosamente speciale e bellissimo”.
David Cameron