Fino a un anno fa, mentre il governo Prodi agonizzava steso in una poltroncina del Senato, la stampa e la televisione non parlavano d’altro che della Casta, sia il libro – brillante ed opportuno – di Gian Antonio Stella, sia la patologia sociopolitica e culturale che ci stava dietro.
Improvvisamente si scopriva che in Italia il potere politico è tracotante, barocco, corrotto, chiuso e insensibile. A metà tra Maria Antonietta che suggerisce il consumo di brioches (falso storico, ma funziona sempre) e il principe Prospero che cerca di sfuggire alla Morte Rossa semplicemente fregandosene…
Caduto il governo Prodi, ritornato sul trono Napoleone dopo pochi mesi d’esilio all’isola d’Elba, la Casta è scomparsa dai giornali e dalle tv. Nessuno parla più dei mali del potere, neppure Beppe Grillo (così loquace quando governava il centrosinistra). Eppure, qualcosa mi dice che non ci siamo improvvisamente trasformati in un pacato, corretto, responsabile e noioso paese scandinavo.
Ad esempio, questa faccenda del Referendum. Non l’ho sostenuto, non l’ho firmato e credo che non tocchi i due punti cruciali della questione elettorale (indicazione incostituzionale del premier e liste bloccate), limitandosi ad un insipido maquillage che non risolve i problemi sul tappeto. Inoltre, non sono mai stato un fanatico delle consultazioni referendarie (sono uno snob e un elitario, per quanto mi riguarda, il popolo meno vota e meglio è…). Ma sono un fanatico delle regole democratiche e queste dicono che il referendum è uno strumento a disposizione della comunità politica per sciogliere nodi e risolvere problemi che la “Casta” non considera, non capisce o ignora. Cioè, ficchiamocelo bene in testa, il referendum non è uno strumento di proprietà dei partiti, ma rappresenta un potere di controllo e intervento democratico della società.
Ora un partito politico non vuole il referendum perchè questo va contro i propri interessi. Per non scontentare questo partito (un partito ricatto prepotente e chiassoso) si sta ipotizzando addirittura di non tenere la consultazione.
La Costituzione dice che il referendum è un diritto dei cittadini? (art. 75) la legge prevede che debba tenersi in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno e possa essere rinviato solo in caso di elezioni politiche?
Chi se ne frega. Chi se ne frega se 1.000.000 di persone ha firmato. Chi se ne frega se ci sono principi costituzionali e leggi applicative. Chi se ne frega dello Stato di diritto e del bilanciamento dei poteri. Da noi la democrazia è tollerata solo e fintanto che non ostacola i detentori del potere.
E il referendum da fastidio, quindi si butta nel cassonetto dell’umido. Perchè la Casta ha deciso così.