Per chi non lo sapesse, Transparency è una delle associazioni che a livello mondiale conosce meglio il fenomeno della corruzione, ne sa valutare l’impatto sulla vita delle persone e sul sistema economico ed è in grado di quantificarne il peso.
Annualmente Transparency pubblica sul proprio sito internet (www.transparency.org) una classifica relativa al livello di corruzione “percepita”, sulla base di una metodologia di rilevazione assai precisa e complessa, per chi fosse interessato, ben spiegata nel dettaglio in una delle sezioni del sito stesso.
Possiamo consultare liberamente i dati dal 2001 ad oggi. All’inizio del secolo (e del regno di Berlusconi), l’Italia occupava la posizione n. 29, nel 2007 era alla n. 41, nel 2008 alla n. 55 e oggi – trionfale – siamo rotolati al n. 63, peggio della Turchia o della Namibia.
Questo avviene mentre il Governo vuole inserire tra i reati “scudati” dall’imminente “processo breve” anche la corruzione che – evidentemente – non è un problema che crea “allarme sociale”. E lo credo bene, ci siamo dentro tutti!
Chi volesse, può sbirciare la mappa della corruzione nel Mondo. Più il colore del paese tende al blu e più quel paese è corrotto… Noi stiamo avvicinandoci a un bel “blu di Prussia”…