Come fare a capire chi vincerà e chi perderà le elezioni? Certo non ce lo diranno i politici perchè di sicuro:
1. Il centrosinistra avrà un maggior numero di regioni rispetto alla destra. E quindi canterà vittoria a prescindere;
2. La destra guadagnerà qualche regione (probabilmente almeno 2), migliorando il pessimo e irripetibile disastro del 2005. Il che consentirà loro di cantare vittoria, anche in questo caso a prescindere.
Quindi non saranno i pollai televisivi di commento postelettorale a chiarire il risultato. Pertanto, propongo una chiave di lettura più completa e – ovviamente – più capace di dare un quadro interpretativo nazionale:
a) vince le elezioni chi si assicura almeno 2 delle 3 regioni chiave: Lazio, Puglia e Piemonte;
b) osservare il dato del PDL. Se si verifica il sorpasso leghista nel Lombardo-Veneto (cosa difficilissima ovviamente), allora questo è un elemento politico forte. Osservare inoltre se e quanto il PDL si piega rispetto al dato delle Europee (già molto mediocre);
c) osservare il dato PD. Se avanza rispetto al pessimo risultato europeo vuol dire che la crisi – se non del tutto passata – si è per lo meno molto rallentata e questo permetterà a Bersani di lavorare più tranquillo.
Quindi:
a) Silvio Berlusconi vince se guadagna alcune regioni rispetto al 2005 e – in particolare – vince in 2 dei 3 conflitti-chiave, riuscendo a difendere il dato delle Europee senza perdere terreno al nord nella competizione intracoalizionale con la Lega;
b) Pierluigi Bersani vince se porta a casa almeno 8 regioni e non arretra rispetto al terribile risultato del 2009;
c) Umberto Bossi vince comunque;
d) Pierferdy Casini deve dimostrare in Puglia, Piemonte e Lazio la sua indispensabilità coalizionale. Quindi, Bresso in Piemonte, Polverini nel Lazio e Vendola in Puglia. Soprattutto una sconfitta di Vendola (e quindi una vittoria del PDL senza di lui) sarebbe per la sua cinica strategia dei due forni assai pericolosa.
Lunedì sera vedremo. E capiremo.