Stringo tra le mani il depliant della “campagna d’inverno” del PD, quello delle maniche rimboccate (buona idea) e della “pazienza finita”. Ed è oggettivamente un disastro. Passo a darne le motivazioni, che sono soggettive, ovviamente…
In copertina il segretario, con il viso duro, incazzato, le maniche rimboccate, seduto su uno sgabello improvvisato, la cravatta allentata e il colletto slacciato. Sotto di lui la scritta a caratteri cubitali neri “LA PAZIENZA E’ FINITA“.
Bersani non ha nulla della sua abituale paciosità e bonomia emiliana. Non trasmette un messaggio rassicurante, non è simpatico, non fa venire in mente nessuna di quelle espressioni gergali che di solito colorano il suo linguaggio… in questa foto e con questo slogan, fa pensare a un qualche poliziotto cattivo, uno che ha passato la notte a torchiare l’imputato per farlo confessare, con le buone o (preferibilmente) con le cattive.
Ma l’imputato non parla, non confessa, tiene duro. Probabilmente è innocente. Ma il poliziotto non ha voglia di perdere altro tempo, vuole un risultato e questo deve arrivare in fretta perché il tempo corre e “la pazienza è finita“. Pertanto, guarda il suo imputato con il volto pesto e stravolto dopo una notte di violenze, pestaggi e insonnia forzata e gli dice “parla, che la pazienza è finita!”
Quello sta per sussurrare qualcosa, ma ormai il poliziotto cattivo ne ha le scatole piene e si limita a dire a uno dei suoi scagnozzi “dategli un’altra rata, per fargli capire che qua non scherziamo. Ormaila pazienza è finita!”. E giù botte…
Se il messaggio di apertura è inquietante, non si immagina il resto… aprendo il depliant, troviamo un lettera di Bersani indirizzata alla “cara cittadina” e al “caro cittadino”. Ed è un secondo disastro…
Intendiamoci, la lettera è condivisibile, ma buon Dio, com’è combinata! Tutta scritta in nero grassettato, fitta fitta fitta, su sfondo bianco, ricorda più un verboso necrologio che una confidenziale missiva.
E leggerla è terribilmente faticoso, perché si è scelto il trittico micidiale “carattere piccolo, scrittura fitta, maiuscoletto”. Solo a vederla, senza ancora leggerla, si prova stanchezza e un senso di inquietudine. Basta uno sguardo per sentirsi invadere dall’ansia e dalla voglia di passare ad altro, a pensieri più sereni… E se a questo accoppiamo la pagina di fianco beh… allora siamo al colpo di grazia!
“La nostra visione punto per punto PORTA PER PORTA“. Porta per porta? vuol dire che il poliziotto cattivo verrà anche a casa nostra? ma spranghiamo l’uscio, spegniamo le luci, ficchiamo i bambini sotto il letto e non facciamo rumore, forse crederanno che in questo appartamento non vive nessuno e ci lasceranno in pace. Tireranno diritti. Si dedicheranno “punto per punto” (di sutura?) a quell’insopportabile signor Rossi della porta a fianco…
Giriamo pagina e c’è un ulteriore passo verso l’abisso. Ora lo sfondo è nero, come la notte e come la morte. I caratteri (sempre maiuscoli) sono rosso sangue o bianco sudario. Un mix tra i manifesti orripilanti di partiti fascisti alla “Forza Nuova” (quelli con slogan terribili del tipo “ci sono negri ovunque, sono qua per prendere le nostre donne!”, scritti in maiuscolo bianco su sfondo nero e con a fianco la foto di una ragazza con il viso tumefatto, probabilmente stuprata e buttata in strada) e certi vecchi giornali di gossip, scritti in bianco e nero e con notizie improbabili urlati dai caratteri cubitali (alla Cronaca Vera, sempre piena di zii che praticano incesti, animali torturati e orgette negli autogrill)
Il testo è una monotona litania di disgrazie, catastrofi e imbrogli, tutti attribuiti al governo in carica. Gran parte delle cose scritte sono vere, intendiamoci, ma lette di fila tolgono il fiato, fanno voglia di scappare, danno un senso di Apocalisse alle porte, ci si immagina solo di veder comparire un monaco vestito come Savonarola che ti urla “pentiti, che la fine del mondo è vicina e anche tu dovrai morire!”
Una via di mezzo tra “Non ci resta che piangere” e “Il nome della Rosa“, un attimo prima dell’incendio che distrugge tutto.
Insomma, pessimo messaggio, pessimo prodotto comunicativo, pessime idee.
Con questo strumento, si mira a parlare alla “pancia” dei cittadini e non al cuore, cercando una indignazione gratuita (un po’ leghista, un po’ grillina) e priva di prospettive. E’ totalmente assente un’idea di futuro, una visione dell’Italia che verrà, una voglia di “rimboccarsi le maniche sul serio”.
Non propone l’idea di un Inizio, ma ci descrive i tormenti di una Fine. Ma un grande partito non vince le elezioni spaventando e deprimendo la gente e non basta il banale elenco di proposte generiche contenuto all’interno per dare il senso della svolta, del risveglio, della Nuova Primavera.
Spero con il cuore che la campagna elettorale del PD non sia tutta qua, che ci saranno anche altre idee, altre visioni, un’altra Italia da raccontare. Ma ho tanta paura che non sarà così…
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