314 a 311. Tempo di bilanci, quindi… Proviamo a farli
Vincitori:
- Silvio Berlusconi. Non è stato sfiduciato, che non era scontato. Ha dimostrato che il governo sta in piedi anche senza i voti dell’odiato Fini, che è certo una bella soddisfazione e continua a essere “legittimamente impedito”, cosa che torna sempre utile in altri campi. Inoltre, in caso di elezioni, è sicuro di condurre la campagna elettorale da premier in carica, con tanto di visibilità quotidiana e – notevole bonus – il controllo delle prefetture… Ma del diman, non c’è certezza…
- Pierluigi Bersani. Può sembrare paradossale ma in fondo, ha ottenuto qualche soddisfazione pure lui. Il gruppo del PD ha fornito 206 voti al fronte della sfiducia, non perdendo pezzi lungo la strada, cosa che non era poi così fuori discussione. Le tensioni delle ultime settimane hanno messo la sordina alla lite interna tra i gerarchi del partito e da un po’ non si parla più della scissione del gruppo di Fioroni e inoltre il “congelamento” della crisi concede altro tempo al rafforzamento del PD, che da qualche settimana segna una lieve ma costante crescita nei sondaggi.
- Pierferdinando Casini. Anche lui, come Bersani, non ha perso pezzi. La tenuta del suo gruppo può consentirgli di rivendicare la premiership dentro il fantomatico “Terzo Polo”, a fronte anche dallo scarso appeal dimostrato da Fli in questa circostanza e inoltre è corteggiato anche per il governo. Insomma, lui può fare far cuocere il pane in due forni, Fini invece in uno solo.
- Antonio Razzi. Se è vero che gli hanno pagato il mutuo è vincitore anche lui. In fondo, non avere più la rata mensile è un bel sollievo, una preoccupazione di meno. Fa piacere sapere che – almeno per una famiglia – il fantomatico “piano casa” del governo ha funzionato.
Sconfitti:
- Gianfranco Fini. Ovviamente. Ha perso 4 deputati (Catone, Moffa, Silisquini e Polidori). Non è più necessario matematicamente alla tenuta del governo e si è esposto in modo eccessivo (considerata la carica che ricopre) per ottenere un risultato che alla fine non ha ottenuto. E’ uscito dal governo senza avere una chiara strategia e Berlusconi, che non perdona e non dimentica, ha dichiarato che con lui ha chiuso per sempre (anche se in politica…). Però ora è un orso ferito ma non ucciso, sanguina ed è furibondo, acquattato tra i cespugli e pronto a mordere.
- Antonio Di Pietro. Strilla, fa la morale, fa il Grande Oppositore ma non sa scegliersi i parlamentari e questo non da oggi. Nel 2001 IdV elegge un solo senatore (Valerio Carrara), che passa immediatamente a Forza Italia. Nel 2006 è grazie al tradimento dell’aitante De Gregorio, immediatamente comprato in cambio dell’elezione a presidente della Commissione Difesa, se il Senato diventa un Vietnam per il centrosinistra fin dal primo giorno e oggi l’accoppiata Razzi-Scilipoti è stata decisiva per la tenuta del governo. Le liste bloccate hanno 1000 difetti ma dovrebbero consentire almeno di selezionare il personale politico, mettendosi in salvo dal rischio del “salto nel buio”, ma evidentemente il casting nell’Italia dei Valori non lo sanno fare…
- Umberto Bossi. Voleva le elezioni e invece forse dovrà fare governo con l’odiato Casini. E intanto i sondaggi iniziano a volgere al peggio, dopo 2 anni di cavalcata nelle praterie… no, oggi non è la sua Grande Giornata.
Questa la situazione ad oggi, almeno per me. Ma da domani, come sempre da noi, potrebbe cambiare rapidamente tutto, ma solo perché alla fine non cambi nulla…
Non sarei così buono con Bersani. E’ vero che i numeri sono rimasti tali ma solo quello. Lo possiamo considerare il leader del Pd? Possiamo identificarlo con colui che terrà testa a Silvio alle prossime elezioni? Non credo proprio. Se la legge elettorale rimane tale, la Lega e Silvio faranno incetta di voti e di parlamentari. Fedelissimi.
Probabile, ma non sicuro… la politica è piena di sorprese
Ma mi scusi, professore, ma Beppe Grillo dove va collocato in questa lista? Attendo sua gentile risposta