28/09/2012 – Riproponiamo interamente un’intervista di Alessandro Farruggia (Quotidiano.net) al Presidente della società di sondaggi di pubblica opinione Ispo, Renato Mannheimer, relativamente alla correlazione della disaffezione politica agli scandali in Lazio e Lombardia.
I: RENATO Mannheimer, presidente dell’Ispo, quanto peserà il “Laziogate” nelle prossime elezioni politiche?
«Non credo proprio che verrà dimenticato. Anzi. Quello che è successo alla Pisana, il consiglio regionale del Lazio, ha una valenza nazionale molto forte e ha ulteriormente aumentato nei cittadini quel senso di disaffezione che era già ben presente. E devo dire che è una disaffezione che colpisce tutti i partiti, anche se un sondaggio dell’Ipsos di martedì mostra un Pdl in discesa».
Percentualmente, quanto è forte la disaffezione?
«E’ cresciuta di alcuni punti percentuali: oggi ben oltre il 50% delle persone da noi contattate si rifiuta di rispondere».
I: Questo significa che aumenterà l’astensionismo?
«Non è così automatico. Una quota sceglierà l’astensionismo, ma il resto deciderà a seconda dell’offerta politica da qui alle elezioni. E’ veramente un momento molto fluido».
I: Quanto conterà nelle intenzioni di voto la disponibilità espressa oggi dal premier Monti?
«Sulla base delle intenzioni di voto è tuttora ragionevole attendersi che si arrivi ad una situazione simile all’attuale, con la necessità di un governo di grande coalizione. E in questo senso va letta la dichiarazione di disponibilità del presidente Monti, che darà acqua al mulino di chi lo vuole ancora in campo».
I: Il Movimento Cinque Stelle sembra vivere un momento di pausa nella sua crescita.
«Si è fermato e rispetto a fine luglio è anzi un pò diminuito. Ma credo che lo scandalo alla regione Lazio porterà altre simpatie al movimento di Grillo».
I: Italia Futura di Montezemolo, che scenderà in campo a novembre, ha grandi aspettative e sondaggi che parlano di un 20% di voto potenziale: una dato credibile?
«Quel venti per cento è stato rilevato prima dell’estate. Ma era un sondaggio dedicato tutto a loro. In questo momento, con il 50% degli elettori che non risponde, c’è un mercato potenziale enorme, nel quale pescheranno in molti. Vedremo. Forse il 20% è tanto, forse siamo sul dieci».
I: E’ finita l’epoca dei leader carismatici?
«Non direi. I leader contano ancora moltissimo. Anzi, la verità è che oggi il voto si dà sostanzialmente sui leader, più che sui programmi. Il punto è un’altro: che quelli tradizionali hanno stufato e qualunque leader nuovo viene visto con piacere dall’elettorato».
I: Quindi uno come Renzi ha praterie davanti a sé…
«Ha indubbiamente grandi potenzialità. Rischia molto ma potrebbe anche vincere la sua scommessa».
Fonte: qn.quotidiano.net | Autore: Alessandro Farruggia | Foto: Ansa