L’ultimo in ordine di tempo è stato Antonio Di Pietro, che qualche giorno fa ha dichiarato che «essere dell’Italia dei Valori non è più essere enfants di Di Pietro» e che quindi è il momento di togliere il suo nome dal simbolo.
Non è il primo… anche Pierferdinando Casini ha fatto sparire il suo cognome dal simbolo dell’UdC, sostituito dalla scritta “Italia” e addirittura il Popolo delle Libertà non ha più nel suo logo l’eterno, immutabile “Berlusconi Presidente”. Tiene duro Gianfranco Fini, ma penso sia solo questione di tempo.
Il leaderismo personalistico è stata una delle caratteristiche non solo più deleterie, ma anche più noiose della II Repubblica. Dico deleterie perché anche in altri contesti politici il ruolo del leader è stato centrale (il Labour di Blair, il Partito Socialista di Mitterrand, il Partito Repubblicano di George W. Bush…) ma questo non ha mai portato a un annichilimento del ruolo del partito politico, una sua trasformazione in mero comitato elettorale del capo, con un passaggio dalla politica rappresentativa a quella sultanistica, tutti aspetti che invece si possono riscontrare nel sistema partitico italiano, dove i leader (anzi, i caporioni) sono apparsi spesso come dei comandanti di ventura a capo di eserciti personali, più che guide “legal-razionali” di progetti politici moderni e democratici e le conseguenze che si sono viste non sono tali dal far pensare che il nostro sia stato un modello virtuoso.
Ora appare esserci un ripensamento e i nomi dei leader scompaiono in funzione del “progetto”. Potrebbe essere la conseguenza di un processo virtuoso di riadattamento della democrazia italiana alle regole delle altre grandi democrazie, ma ho paura che non sia così… dopo anni di ostentato leaderismo, infatti, ora il “passo indietro” viene fatto quando l’antipolitica è al suo apice, forse in misura ancora maggiore rispetto al 1992 e quindi, più che una assunzione di responsabilità, questo far sparire i nomi sembra quasi uno scaricabarile, una specie di “io non c’ero e se c’ero dormivo…”. Una forma di anonimato politico e chi lo sa, magari l’ennesimo escamotage per far finta di cambiar tutto, per non cambiar nulla…
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