Preferenze e premio di coalizione in Commissione passa il testo del Pdl

Preferenze e premio di coalizione in Commissione passa il testo del Pdl

11/10/2012 – Reintegrazione delle preferenze e premio del 12,5 per cento alla coalizione vincente. Questi i due capisaldi della proposta di riforma della legge elettorale passata in commissione Affari Costituzionali del Senato che, di fatto, ha approvato il testo base del Pdl. Un voto che ha visto insieme la vecchia maggioranza Pdl+Lega ai quali si è unita anche l’Udc. Hanno detto no Idv, Pd e il presidente della Commissione Carlo Vizzini.  La proposta del partito democratico, a firma Enzo Bianco, che prevedeva i collegi, è decaduta automaticamente. Ora verrà fissato il termine per gli emendamenti e si voterà dalla prossima settimana. Il presidente del Senato, Renato Schifani, assicura: “Il testo arriverà in aula entro fine mese”. “Oggi in Senato – aggiunge – si è fatto un grosso passo avanti sulla nuova legge elettorale, l’adozione del testo base costituisce una svolta. Confido adesso nella collaborazione tra i gruppi e i partiti per il massimo della convergenza, che già sui 2/3 del testo si è realizzata”.

Proprio stamattina Angelino Alfano aveva aperto alla trattativa con il Pd dicendosi “disponibile” a un premio di maggioranza che vada alla coalizione, la soluzione da sempre caldeggiata dai democratici, anziché al partito maggioritario, cioè l’opzione portata avanti dal Pdl. Il segretario del partito di Berlusconi, rispondendo alle domande degli ascoltatori di Radio Anch’io, aveva detto che “pur di cambiare la legge elettorale, se la sinistra dovesse chiedere che il premio vada a una coalizione, noi siamo disponibili a cedere su questo punto perché – spiega – crediamo che, alla fine, lo scopo vero sia quello di assicurare la governabilità”.

La spaccatura fra Pd e il Pdl verte anche sulle preferenze. Il partito di Bersani, infatti, punta su collegi maggioritari e listini bloccati per eleggere i parlamentari, mentre il partito di Alfano sulle preferenze. Un’opinione ribadita dal segretario del Pdl: “Vorremmo eliminare la lista bloccata, i collegi maggioritari hanno dato prova che i candidati sono scelti dalle segreterie. La preferenza, invece, consente di avere un rapporto fra elettore ed eletto”. Opposto il punto di vista dei democratici. “Il Pd ha votato contro questo testo perché, pur essendo simile a quello che abbiamo presentato noi, prevede come strumento per scegliere gli eletti le preferenze”, spiega la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro.

Ma all’interno dello stesso Pdl, serpeggiano i malumori su questo punto, come ammette lo stesso Alfano: “Anche noi abbiamo all’interno posizioni diverse”. Una vera e propria grana. Infatti se da una parte gli ex An le difendono, d’altra parte oltre una quarantina di deputati pidiellini, anche dopo l’ultimo scandalo lombardo, hanno raccolto firme contro le preferenze nella legge elettorale che “aumentano i costi e le possibili infiltrazioni della criminalità”. Il loro appello a Berlusconi e ad Alfano a non cedere su questo punto suona anche come un ‘avviso ai naviganti’ per quando il testo arriverà alla Camera dove sono previsti i voti segreti. Le firme del fronte del ‘no’ vanno da Andrea Orsini a Enrico La Loggia ad Antonio Martino, da Stefania Prestigiacomo da Eugenia Roccella a Manlio Contento.

Anche il Cavaliere, tuttavia, sembra non amare troppo le preferenze, tanto che alla fine del lungo e complicato vertice di ieri sera a Palazzo Grazioli, avrebbe detto “io non le voglio”, ma poi non avrebbe posto veti al testo fin qui in esame. Il Pd cavalca i malumori interni al Pdl e ribadisce che anche alla luce dei troppi ‘casi Fiorito’ quello delle preferenze è un “limite invalicabile”.

Fonte: repubblica.it | Foto: lapoliticaitaliana.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *