(Ri)Metterci la faccia

(Ri)Metterci la faccia

Sono ormai alcuni mesi che Luca Cordero di Montezemolo, alla domanda, infinitamente ripetuta, se intenda o no candidarsi alla guida di un movimento politico purchessia, risponde sempre allo stesso modo: “non chiedo niente per me, non faccio richieste personali su ruoli o cariche, ma voglio impegnarmi per il bene del paese”.

La risposta è ovviamente di grande e anche un po’ fastidiosa ambiguità. Non è neppure una risposta alla domanda. Cosa intende Montezemolo, che lui non chiede ma che se a gran voce gli offrono qualcosa non si tira indietro? Perchè sente il bisogno di nascondersi dietro il dito della finta modestia proprio quando già in tanti invocano il suo nome per dare forma e credibilità a un area politica ancora dispersa e gassosa?

Il leader di Italia Futura dovrebbe comprendere che in questo momento non si tratta di chiedere ma si tratta di dare. Nessuno riterrebbe una prepotenza o il frutto di sfrenata ambizione la sua decisione di mettersi in gioco in prima persona. Al contrario, se ne apprezzerebbe lo spirito di sacrificio, il coraggio di lasciare i principeschi emolumenti della Ferrari, di vincere le resistenze in famiglia, di rinunciare a una vita di lussi e piaceri per gettarsi in una vita d’inferno alla guida di un paese sul lastrico.

I suoi più stretti consiglieri gli tengono botta, e quando gli si chiede che intenzoni abbia Montezemolo storcono il naso come se la domanda fosse peregrina e un po’ maleducata. “Eccovi lì voi giornalisti, sempre a pensare ai nomi, ai leader: la politica è fatta di idee, di programmi. Parliamo di questo, non di cosa farà Luca”.

Hai voglia di ricordargli che le idee camminano sulle gambe degli uomini. Il loro riflesso è viziato dagli anni del personalismo berlusconiano, delle liste personali, del leaderismo alla Di Pietro o alla Bossi e si può capire che se ne vogliano differenziare. Ma certe degenerazioni non cambiano la sostanza delle cose: la gente non vota i programmi, a stento si innamora delle idee. Gli elettori cercano facce da guardare, storie personali in cui credere, mani da stringere, voci da applaudire.

Il fatto che sul sito di Italia Futura si possano trovare idee e proposte su ogni aspetto dello scibile umano non sposta un voto, al massimo aggiunge qualche firma al gotha dei saggi e dei carini che si affollano attorno a un leader che non c’è. Se Beppe Grillo che è Beppe Grillo e ha fatto la sua fortuna politica on-line, ha sentito il bisogno di traversare a nuoto lo stretto di Messina e di sudarsi a piedi la cima dell’Etna è perchè sa che è questo che ci vuole per vincere: carne, sudore e fatica.

Forse è proprio questo che Luca “non chiede per sè” e si può pure capire, ma con quale diritto allora lo chiede per Monti?

Fonte: huffingtonpost.it | Autore: Giancarlo Loquenzi

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