Elezioni 2013: Diritti e libertà, il nuovo partito di Donadi

Elezioni 2013: Diritti e libertà, il nuovo partito di Donadi

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Un tondo arancione, che strizza l’occhio al colore scelto da Pisapia. Una specie di gabbiano stilizzato che ricorda il volatile del simbolo Idv. Uno spicchio di bandiera italiana, che non guasta mai. Ecco composto l’emblema di Diritti e liberà, il nuovo partito fondato dal Massimo Donadi per accogliere e dare voce ai transfughi e ai delusi dell’Italia dei valori.

La piaga della nascita di nuovi partiti e movimenti politici sembra dover obbligatoriamente funestare le cronache del Belpaese. Ma in questo caso si tratta di una scelta che in effetti farà rumore e soprattutto farà male, soprattutto ad Antonio di Pietro. Anche se, come spiega Donadi,

questo non è e non sarà mai un partito di ex combattenti e reduci di un altro partito. Questa è una cosa nuova. Una cosa che ho sempre detestato della politica e di alcuni politici sono gli ex rancorosi. Io verso il partito in cui ho militato con orgoglio per dodici anni ho soltanto affetto e rispetto. Appartiene alla mia storia, ne vado fiero. Quella delle tante battaglie che abbiamo fatto, alcune vittoriose, penso a quella per il referendum dell’anno scorso, e altre che a volte hanno riservato delle sconfitte.

Il partito non chiederà mai finanziamenti pubblici e non avrà né presidenti, né segretari, ma solo un portavoce. E, forte del nome Diritti e libertà, si rifarà ai principi fondamentali della Costituzione, identificando la sua azione nelle battaglie per la sanità pubblica, per i diritti civili e per uno Stato fieramente laico.

Tutte dichiarazioni di intenti giuste e condivisibili. Ma come si inserirà l’ennesimo micro partito nella disputa relativa alla legge elettorale e ai cavilli necessari a far rimanere in Parlamento la miriade di piccoli gruppi e movimenti che sembrano voler salvare l’Italia ispirandosi alle idee e alle teorie più diverse? Le urne di primavera porteranno probabilmente ad una radicale semplificazione del quadro politico nazionale, uno scenario di cui l’Italia dei valori difficilmente potrà beneficiare.

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