04/12/2012 – Gigi Proietti e Gianni Morandi dicono no all’abolizione del divorzio nel 1974. Loredana Bertè e Walter Chiari dichiarano di votare socialista alle politiche del 1983. Berlusconi augura buon Natale agli italiani e Beppe Grillo manda tutti a quel paese. Quarant’anni di storia politica italiana in un clic, grazie al sito internet www.archivispotpolitici.it online da martedì: in tutto, circa 450 spot politici prodotti dal 1974 ad oggi schedati e consultabili per criteri di ricerca, parole e percorsi tematici.
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OPERAZIONE MEMORIA – Il sito è parte di un progetto più ampio sul tema della popolarizzazione della politica. «Lo spot è stato un elemento fondamentale, anche se non il principale, della comunicazione politica. E come tale ha accompagnato le trasformazioni avvenute in Italia negli ultimi 30-40 anni» afferma Edoardo Novelli, docente del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre che ha realizzato la ricerca. «Il maggiore problema è stato trovare questi spot – aggiunge Novelli – Li siamo andati a scovare in archivi e centri di ricerca, nei magazzini dei partiti e delle agenzie di pubblicità. E quando li abbiamo trovati erano in formati vecchi, come le cassette Vhs. Li abbiamo digitalizzati e schedati per dare loro nuova vita: senza il nostro lavoro sarebbero andati persi e con loro la nostra memoria collettiva».
PERSONALIZZAZIONE – Craxi e Minoli al supermercato, la Dc che inventa «Forza Italia». E poi Enzo Tortora testimonial per i Radicali e gli spot firmati da Oliviero Toscani ed Ettore Scola, il Jesus Christ dei socialisti e l’ Msi in stile Coca Cola. Navigando sul sito, le fasi storiche e politiche del nostro Paese rivivono nelle immagini degli spot. «Studiando i vari materiali – aggiunge Novelli – abbiamo riscontrato tre evoluzioni principali della politica italiana: la personalizzazione della politica, il passaggio dalle parole alle immagini e dal ragionamento all’emozione. Gli spot più recenti, insomma, sfruttano il leader più che il partito, le immagini e l’emotività più che le argomentazioni razionali».
SILVIO E BEPPE – Dal 1996 in poi, con l’introduzione della par condicio, l’utilizzo dello spot politico è stato limitato. «Ma con la rete è riesploso sia perché i costi di trasmissione sono praticamente nulli. Non solo: internet consente a tutti di produrre spot. Militanti, gruppi creativi e singoli soggetti possono oggi creare il loro video. Si tratta di iniziative spontanee,nate dal basso e diventate virali» afferma Novelli. Il primo esempio è l’inno Meno male che Silvio c’è firmato da Andrea Vantini e utilizzato dal Popolo della Libertà per la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2008. Per non parlare dei video di Beppe Grillo e del Movimento Cinque Stelle che proprio sulla Rete trovano il terreno più fertile per la loro comunicazione.
LA SORA CESIRA E LA SATIRA SUL WEB – C’è anche chi, come la Sora Cesira, ha rivoluzionato di recente gli schemi della politica online. «I suoi possono essere considerati veri e propri spot, come quelli contro la Polverini o Alemanno» afferma Novelli. Paradossalmente, i video più recenti si ricollegano al primo spot del database, quello firmato nel 1974 da Ettore Scola e dedicato al cinema più che alla tv, con la gag di Proietti che dice no all’abolizione del divorzio. «La satira e l’umorismo sono i registri più usati la comunicazione sul web – aggiunge Novelli – Su internet si accentua l’ invettiva, la parodia e l’aggressione: quello che gli esperti definiscono “negative” (ovvero la critica aperta, il parlar male) sta tornando preponderante. Ne è un chiaro esempio, la guerra di spot virali che si combatte nel sistema americano, sia nelle primarie che nelle presidenziali vere e proprie».
Fonte: corriere.it | Autore: Carlotta De Leo