Il Cav al lavoro per la road map del 2013

Il Cav al lavoro per la road map del 2013

05/12/2012 – Silvio Berlusconi riunisce a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del Pdl . Sul tavolo i “nodi” cruciali del centrodestra: dalla riforma elettorale all’election day, dal futuro del partito al provvedimento sull’incandidabilità che dovrebbe essere varato domani dal Consiglio dei ministri.

Ma, soprattutto, è possibile che il Cavaliere sciolga le sue riserve sulla suo grande ritorno. Un’eventuale ricandidatura dell’ex premier inciderebbe anche sul destino del Pdl.

Oggi il Cavaliere non è rientrato a Roma soltanto per seguire da vicino la trattativa sulla legge elettorale. Ma anche per sondare gli umori della “truppà pidiellina” all’indomani della cena “carbonara” dei colonnelli del Pdl pronti a smarcarsi. Da qui la decisione di convocare lo stato maggiore di via dell’Umiltà, all’ora di pranzo. Mostrando freddezza sull’ipotesi di tornare a Forza Italia, Berlusconi starebbe valutando l’ipotesi di tornare in sella al Pdl senza spacchettarlo. La sua candidatura a Palazzo Chigi servirebbe anche a contare i fedelissimi e a stanare chi rema contro.

Sul tavolo resta sempre il dossier legge elettorale. Non è un mistero che Berlusconi preferirebbe tenersi il porcellum, con le liste bloccate e una soglia di accesso bassa (al 2%) per consentire anche ai piccoli partiti federati l’ingresso in parlamento. Niente preferenze, al massimo un premio di maggioranza da far scattare con il 40% dei voti. Su questo, Berlusconi sarebbe stato categorico. Così come sarebbe deciso ad andare fino in fondo nella battaglia per l’election day il 10 febbraio. Ipotesi che si fa più lontana dopo la decisione del Tar di anticipare di una settimana la consultazione nel Lazio.

05/12/2012 – L’ex premier non ha ancora deciso se candidarsi o meno alle politiche del 2013. Ma è convinto che per giocarsi la sua partita ad armi pari con Pier Luigi Bersani, forte della vittoria al ballottaggio con Matteo Renzi, deve puntare a una nuova coalizione di centrodestra mobilitando le forze moderate contro il rinnovato asse tra i democratici e Nichi Vendola. Berlusconi non avrebbe rinunciato all’idea di creare un contenitore entro il quale federare tutte le anime alternative alla sinistra. Per questo resta sempre quotata l’ipotesi di correre alle elezioni con una sorta di confederazione di partiti, che rappresenti le varie aree politiche, scongiurando rotture traumatiche. In sostanza, il Cavaliere avrebbe in mente una coalizione formata dal Pdl (con dentro anche gli ex An), dai leghisti, dalla componente centrista e dall’area riformista di Stefania Craxi. Con questo schema si pronosticherebbe un 30% alle urne e l’ex premier vincerebbe in Lombardia, in Sicilia e in Veneto conquistando la maggioranza a Palazzo Madama.

A questo punto è determinante il nome del candidato premier. Con il grande ritorno in campo di Berlusconi il centrodestra si sentirebbe, infatti, “garantito” contro un avversario considerato “vecchio” come Bersani. Se rinunciasse a correre, potrebbe ritornare il gioco il segretario del Pdl Angelino Alfano. Ma si tratta di voci e ipotesi, ancora tutte da verificare. Alfano, con la mediazione di Gianni Letta, starebbe cercando di convincere Berlusconi a non mandare in frantumi il Pdl. Qualcuno scommette che alla fine il Cavaliere darà un nuovo nome alla coalizione che ha in mente. Un nome di forte impatto e appeal, un restilyng che possa fare concorrenza alla Lista per l’Italia di Luca Cordero di Montezemolo e sparigliare le carte. Il fatto è che Berlusconi è stanco delle vecchie facce: vorrebbe cambiare tutto, ma i tempi sono stretti.

Fonte: ilgiornale.it |Autore: Andrea Indini

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