13/12/2012 – Luigi De Magistris aspetta il sì di Antonio Ingroia. Un sì che dopo l’intervento in video conferenza dal Guatemala dell’ex pm di Palermo alla presentazione del Movimento Arancione di mercoledì, sembra sempre più vicino. Il sindaco di Napoli, non è un mistero, lo vedrebbe bene come candidato premier del suo movimento. Una personalità in grado di attirare pezzi importanti della società civile e che fa della lotta alla mafia e alla corruzione il suo cavallo di battaglia. Ingroia per ora traccheggia anche se ieri sembrava più orientato alla discesa in campo: “Sarò “della partita e lo sarò dall’Italia o dal Guatemala per essere a fianco all’Italia migliore”. Più complesso il capitolo alleanze del Movimento Arancione. Il quadro politico è talmente fluido che non è prudente precludersi eventuali intese.
Antonio Di Pietro, con la sua acciaccata Italia dei Valori, potrebbe trovare in Ingroia il suo punto di riferimento e potrebbe fare un passo indietro sostenendolo nella corsa a Palazzo Chigi. Bisogna vedere, spiegano ad Affaritaliani.it fonti vicine al sindaco di Napoli, se l’ex pm siciliano accetterà un eventuale endorsement per l’icona di Mani Pulite: non per Di Pietro in quanto tale, a cui gli arancioni riconoscono di aver fatto la vera opposizione in parlamento al governo Monti, ma per il partito, ormai in crisi evidente e a picco nei sondaggi.
Mercoledì anche Di Pietro era presente al teatro Eliseo di Roma e sul futuro del suo partito si è così espresso: “L’Idv ha il suo simbolo, una sua fisionomia e il suo impegno politico. Stiamo lavorando per costruire un’alternativa a Berlusconi e Monti, stiamo cercando quindi di far capire al Pd che deve aprirsi a questi movimenti che si sono opposti al governo Monti, oggi che anche loro si sono accorti che le cose sono peggiorate”. Sabato 15 dicembre si terrà l’assemblea nazionale del partito, e la strategia di Di Pietro sarà più chiara. Certo è, che una parte della base dell’Italia dei Valori guarda con favore a De Magistris e Di Pietro ha paura di subire una nuova emorragia dopo il doloroso strappo di Donadi e dei suoi seguaci. Così come anche in Sel c’è chi come Giulio Cavalli e Sonia Alfano, entrambi transfughi dell’Idv, vedono in De Magistris un potenziale leader. In platea c’era poi il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero con cui però l’alleanza appare difficile se non impossibile. Rifondazione, la galassia neocomunista e i Verdi infatti sono più interessati alla costituzione di un quarto polo decisamente anti montiano e precluso al dialogo con Pd e Sel. Diversa la linea di De Magistris che già nelle prossime ore, incontrerà i maggiorenti del Pd a cui chiederà una discontinuità col governo Monti come già sta facendo Vendola. Prima di Natale il quadro sarà più chiaro.
Fonte: affaritaliani.it | Autore: Daniele Riosa