17/01/2012 – “Il patto di non belligeranza” è stato siglato. Come racconta La Repubblica, il contatto atteso da giorni è diventato realtà: Pier Luigi Bersani e Mario Monti si sono visti la mattina del 16 gennaio, alle 7,30, per pianificare un strategia comune che prevede, come punto cardine, l’accordo tra progressisti e moderati da sviluppare subito dopo il voto. Un accordo che passa attraverso l’individuazione del pericolo comune in Silvio Berlusconi. Il cavaliere infatti, hanno deciso i due leader, diventerà nei prossimi giorni il bersaglio principale dei discorsi e dei comizi del segretario del Pd e del leader centrista.
I primi segnali dell’avvenuto contatto sono arrivati con l’intervista a Libero di Stefano Fassina: ”Noicollaboreremo con Monti, anche se dovessimo vincere al Senato. Si apre una stagione durissima, in cui tutti i riformisti sono chiamati a un lavoro comune”, ha detto il responsabile economico del Pd sottolineando tuttavia di aspettarsi che “ad avere ruoli di governo sia la forza che esce premiata dal voto. Se i sondaggi non mentono, sarà il Pd”.
Eppure Fassina, nei primi attacchi del Professore, era, insieme alla Cgil e a Vendola, identificato come“conservatore”, come “ala estrema da tagliare”. Ora, di fronte alla rimonta nei sondaggi di Berlusconi, Monti e Bersani dimenticano i dissapori di inizio campagna elettorale e siglano il patto. “Questa stagione lo richiede”, per dirla con l’ex ribelle Fassina. I nemici, quelli veri, sono altri. Ingroia e Santoro, in testa. A dirlo, la “nota del mattino” , quella che ogni giorno viene mandata allo staff del segretario Bersani, all’ufficio stampa, a chi si occupa di comunicazione. Il testo di martedì 15 gennaio, dopo una serie di considerazioni sull’economia e un paio di commenti su Monti che sbugiarda Berlusconi e il processo Rubyche va avanti, arriva la parte sui sondaggi: “Quelli veri, mostrano la verità. La strada è irta di ostacoli, ma il Pd e il centrosinistra, se ben lavorano, vincono”. E poi, il dato dell’Ipr Marketing, che dà il Pd al 31 per cento nazionale e, soprattutto, vincente in tutte le regioni in bilico al Senato.
Il problema, a livello elettorale, è sempre il Senato. Se infatti la maggioranza alla Camera per il Pd sembra cosa fatta, a Palazzo Madama le circostanze sono tutt’altro che chiare. a causa del Porcellum il premio per i seggi di Palazzo Madama scatta a livello regionale. E ci sono regioni che pesano di più e regioni che pesano di meno. Dunque la vittoria di Pier Luigi Bersani passa per la Lombardia, per la Sicilia e per la Campania.
Fonte: ilfattoquotidiano.it