18/01/2012 – Il paradosso è che proprio lui fa ciò che una volta era della vecchia politica (tradizionale), quella che vorrebbe radere al suolo. Fa le piazze. Le batte una ad una, scende fra il popolo, via la “gentina” scrive qualcuno su uno striscione.
Mentre gli altri se ne stanno in tv a raccogliere ondate di share, Beppe Grillo va chiudendo la prima settimana di campagna elettorale. In giro, col camper, palasport dopo piazza, palco dopo comizio. E’ l’unico, a un mese dal voto, a farlo. Le città italiane – vedere Roma per credere – sono tappezzate di manifesti di Monti, Bersani, Casini, Berlusconi e via dicendo. Di liste e listine, faccioni sei metri per tre. Ma è solo carta: i protagonisti che corrono per la guida del Paese, in strada non ci sono.
Stanno nell’etere: la Stampa analizza le presenze tv, fa la conta, spulcia le 63 ore sul piccolo schermo di Silvio Berlusconi. E poi ci sono i social network: i partiti “tradizionali” inseguono, con staff di comunicatori 3.0, il voto social. Il Corriere dedica un’ analisi al fenomeno internet, l’ondata di nuovi follower conquistati da Monti (che ora è anche su Facebook), i numeri di Bersani. Il Fatto lancia un servizio-sondaggio di Piero Ricca interrogando la gente sulla scelta del comico genovese di non andare in tv.
Grillo nella rete, manco a dirlo, batte tutti. Su twitter contra 820mila follower, su Facebook sfiora il milione. Nessuno ne ha così tanti. E allora? Allora il “social” rimane il mezzo per comunicare ma muta in qualcosa di nuovo: la web tv 24 ore su 24. Eccola, la politica “nuova”: piazze e televisione on line. In barba agli esperti che dicono che il web non sposta voti, la tv e la carta stampata invece sì.
“Piazze piene, urne vuote” è il mormorio che gira da anni negli ambienti politici. Applicabile (oltre che alle recenti elezioni siciliane) anche all’onorevole sconfitta (con il 33%) diWalter Veltroni nel 2008. Il candidato del Pd, col suo pullman, batté 110 province italiane, comizi senza fine e un impegno profuso. Nonostante tutto, perse. Anche Matteo Renzi, alle primarie Pd, con un camper ha girato mezza Italia: rincorreva ed è arrivato secondo. Le piazze non hanno pagato, in quel caso (ma entrambi sono andati spesso e volentieri anche in tv).
Oggi aprite, in un giorno qualsiasi, uno dei principali quotidiani italiani: leggerete riportate le dichiarazioni di Ingroia a Omnibus, di Monti dalla D’Amico, di Berlusconi da Santoro, di Bersani a Ballarò e via dicendo, ma difficilmente verrete a conoscenza del programma 5 stelle o della cosa. Già, la cosa.
Così si chiama la web tv di Grillo: un’ attivista, Salvo Mandarà, che segue il comico sul suo camper, gestisce e coordina collegamenti via Skype, interventi, ridistribuisce il segnale, incastra il palinsesto.
L’ho seguita per una decina di ore: chiunque può “prenotarsi” per intervenire nella diretta. La trasmissione ha l’obiettivo di raccontare la giornata a 5 stelle sino al momento clou, quello serale, dove il portavoce terrà un comizio in qualche piazza e sarà filmato live.
Prima si alternano dj che lanciano musica rigorosamente creative commons (libera dai diritti di proprietà), vengono presentati libri, si discute del MoVimento e delle polemiche. A volte il segnale scompare, la voce non si sente, e allora su twitter – che scorre accanto a la “cosa” – gli utenti si incitano, dicono di portare pazienza, comunicano così. Dopo spazio a Grillo. Indipendentemente dai programmi, da come la si pensi, è qualcosa di fresco, nuovo, vero. E a costo zero (o comunque basso) scrive chi organizza.
Ed amplifica il messaggio, democratico o meno, che Grillo lancia in quelle piazze dove Monti per ora “non scende”, dove Berlusconi non andrà per “possibili rischi di ordine pubblico”, dove Bersani ancora non ha messo piede.
Con due comizi, uno dietro l’altro alle soglie del ballottaggio, Grillo ha spinto Federico Pizzarotti nella volata (poi trasformata in fuga) per la poltrona di sindaco. Con le sue tappe in Sicilia ha convinto e trascinato gli elettori, sino alla conquista del M5s primo partito siciliano. Ora scende di nuovo sui palchetti di legno per lo Tsunami tour. E riempie le piazze, guardate le foto.
Può, con queste sole armi (gente e web-tv & blog), nonostante sia dato in calo nei sondaggi (tra il 13% e il 16%), riconquistare l’Italia degli indecisi, di coloro che auspicano il cambiamento, la spazzata, del popolo del voto disgiunto, di quello che non andrà a votare? E’ una forza o un limite la piazza? Quanto conta, nel 2013, urlare il proprio messaggio ad eco fra le case e i palazzi, in mezzo alla gente, e non dai salotti delle tv?
Fonte: huffingtonpost.it | Autore: Giacomo Talignani