05/02/2013 – Pubblichiamo qui sotto l’intervista di Gaetano Veninata, collaboratore di Public Policy – Agenzia di Stampa politica e parlamentare, a Marco Cucchini docente di materie giuridiche e politologiche presso le Università di Udine e di Trieste e spin doctor di Poli@rchia.
PER I PARTITI NEONATI I SONDAGGI SONO “TOTALMENTE INAFFIDABILI”
L’unica cosa certa è che dei sondaggi bisogna fidarsi sempre
poco, “perchè spesso sono fatti alla carlona. E per quanto
riguarda i partiti o le liste neonate sono totalmente
inaffidabili”. Per Marco Cucchini, docente di Diritto
costituzionale all’Università di Trieste (polo di Gorizia) e
responsabile dello studio di consulenza elettorale
Poli@rchia, “il problema del sondaggio è che spesso ha in sè
la risposta alla domanda”.
D. CIOÈ?
R. Mettiamo un partito neonato come Fare per Fermare il
declino o Fratelli d’Italia. Un conto è se io faccio una
domanda specifica su questi due partiti, un conto è se spero
che sia l’intervistato autonomamente a nominarmeli. I veri
sondaggi sono quelli che noi non conosciamo, sono quelli che
i partiti commissionano per se stessi e tengono nel
cassetto, utilizzandoli come strumento di strategia politica.
D. QUINDI QUANTO SONO AFFIDABILI I SONDAGGI DI QUESTE
SETTIMANE, SPECIALMENTE PER I NEONATI?
R. Totalmente inaffidabili. Quelli che vediamo uscire alle
volte sono fatti anche un po’ alla carlona: con un numero
ristretto di intervistati si hanno spesso margini di errore
intorno al 5%. Il che non vuol dire che un partito del 3%
può avere l’8%, attenzione: ma potrebbe avere il 3,9% e fa
una bella differenza. Dunque direi che i sondaggi sono un
liquido che va annusato ma non bevuto, per citare Shimon
Peres (presidente israeliano; Ndr).
D. L’ASTENSIONE, SEMPRE SECONDO I SONDAGGI, SEMBREREBBE IN
LEGGERO CALO.
R. È normale che l’astensione scenda man mano che ci
avviciniamo alla data del voto. La campagna elettorale si fa
più calda e quando la situazione si scalda si è portati a
schierarsi. Poi rispetto ad alcune settimane fa l’offerta
politica è più chiara, per cui dall’estrema sinistra alla
destra ogni spicchio del ventaglio politico è coperto e
tutti hanno la possibilità di scegliere il cavallo che
preferiscono: rispetto a un mese fa, ad esempio, sappiamo
che c’è Ingroia o che c’è Monti. A dicembre c’erano solo
Bersani e Grillo e non si sapeva se il Pdl avrebbe fatto o
no le primarie.
D. QUESTO CALO CHI AVVANTAGGIA?
R. Tradizionalmente questo avvantaggia i partiti
tradizionali. Se uno era furibondo e voleva l’antipolitica
si era già pronunciato per Grillo 6 mesi fa.
D. LA LISTA MONTI È DA CONSIDERARE UN PARTITO TRADIZIONALE?
R. Monti è per certi versi tradizionale come offerta
politica, perchè esprime idee da centro cattolico moderato,
ma ha il problema di far comprendere che esiste questo nuovo
brand nel mercato politico e fare accettare ai cittadini il
fatto che ha cambiato ruolo: da presidente di tutti a capo
di una coalizione che poi in realtà non va nemmeno
benissimo.
D. RISPETTO AL 2008 CI SARÀ MAGGIORE O MINORE
ASTENSIONISMO?
R. Sarà un po’ più alta, ma non molto. È un trend che va
avanti già da un po’, poi c’è il fatto che con la crisi la
politica ha dimostrato di non essere capace di stare vicina
ai problemi delle persone e a risolverli. E poi onestamente
questi partiti non fanno venire molta voglia di andare a
votare.
D. QUANT’È REALE LA RIMONTA DELLA COALIZIONE DI
CENTRODESTRA?
R. I sondaggi fotografano l’esistente e non ci dicono chi
vince e dunque possono variare di molto. Dei sondaggi
bisogna osservare soprattutto il trend. E il trend al
momento è chiaro: c’è un lento indebolimento della
coalizione di centrosinistra e un lento avvicinamento di
quella di centrodestra, ma non si può ipotizzare un
sorpasso. Uno scende lento, l’altro sale lento. Se si
votasse tra 4 mesi sarebbe un altro discorso.
D. BERLUSCONI PROMETTE DI RESTITUIRE I SOLDI DELL’IMU.
QUESTO GLI FARÀ GUADAGNARE VOTI?
R. Qualcosa porterà, perchè c’è gente
che crede a queste cose, ma non credo che questo sia sufficiente
a rovesciare le previsioni.
Il problema semmai è che il ricordo è abbastanza vivo e
l’elettorato si beve sì le promesse ma non più tutte.
Bisogna però riconoscere che il Cavaliere è l’unico che sta
facendo campagna elettorale, forse insieme a Grillo. Il Pd
incontra solo i voti già sicuri; Monti, fare il politico non
è il suo mestiere e mi pare si noti, non è fatto per fare
quel lavoro lì. Giannino è bravo ma si vede non si vede.
Alla fine Berlusconi dimostra la capacità di accendere i
riflettori su di sè e questo è il suo vero grande talento.
Fonte: Public Policy | Autore dell’articolo: Gaetano Verinata | Vai al sito di Public Policy