Porcellum e ingovernabilità: quale via d’uscita?

Porcellum e ingovernabilità: quale via d’uscita?

27/02/2013 – Pubblichiamo oggi l’intervista di Public Policy – Agenzia di Stampa Politica e Parlamentare, a Marco Cucchini, Docente di Diritto Costituzionale Comparato e Spin Doctor di Poli@rchia. L’intervista si sofferma sul tema della legge elettorale e dell’ingovernabilità, con spunti di riflessione per le future riforme da porre in essere nel nostro sistema istituzionale.

“IL PORCELLUM VA BENE A TUTTI, PURE A GRILLO” /INTERVISTA

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A tutti va bene il Porcellum, pure a Beppe Grillo, ma il vizio
d’origine dell’ingovernabilità è questo nostro bicameralismo
perfetto con due Camere elette in modo diverso. Marco
Cucchini è docente di Diritto costituzionale all’Università
di Trieste (polo di Gorizia) e responsabile dello studio di
consulenza elettorale Poli@rchia. Qualche mese fa ha
lanciato su lavoce.info la sua proposta di riforma della
legge elettorale, il “voto alternativo” in stile
australiano. Ora pensa che Bersani dovrebbe fare “un governo
monocolore”.

D. UN MONOCOLORE PD, E CHI LO APPOGGEREBBE?
R. Ma guardi, accade in molti altri contesti democratici
che ci siano spesso governi di minoranza, ad esempio in
Scandinavia. Ma ci vuole coraggio e non mi sembra che questa
leadership democratica ne abbia. Io comunque se fossi
Bersani ci proverei, magari mettendoci dentro nomi della
società civile, di prestigio. Mi presenterei con un
programma snello e cercherei di stare in piedi costruendomi
una maggioranza giorno per giorno.

D. L’INGOVERNABILITÀ È TUTTA COLPA DEL PORCELLUM?
R. C’è un vizio all’origine, abbiamo due Camere entrambe
con il potere di nominare il governo e di sfiduciarlo. Ma
elette in modo diverso. Già in questo c’è il baco di una
possibile ingovernabilità, Grillo o non Grillo. Avere un
bicameralismo perfetto con Camere elette in modo diverso ci
pone il rischio di avere un dato divergente ogni elezione.

D. PERCHÈ BERSANI HA PIÙ VOTI E MENO SEGGI?
R. Perchè quello che conta al Senato, con questa legge
elettorale demenziale, è vincere nelle regioni più popolose
perchè il Senato ha 17 premi di maggioranza regionali. È un
meccanismo figlio di una forzatura che ha voluto Berlusconi
nel 2005, quando l’allora presidente della Repubblica Ciampi
disse che non si poteva fare un premio di maggioranza
nazionale al Senato perchè la Costituzione dice che il
Senato è su base regionale. E il Governo di centrodestra
decise di creare i premi regionali.

D. PRIMA DEL PORCELLUM COME FUNZIONAVA AL SENATO?
R. Prima il Senato era eletto con collegi uninominali e
c’era bene o male un voto omogeneo Camera-Senato.

D. IL MOVIMENTO 5 STELLE È OGGI IL PRIMO PARTITO, TOCCHERÀ
FARE I CONTI CON LORO ANCHE PER LA LEGGE ELETTORALE.
R. Il problema loro è questo: Napoleone diceva che con le
baionette si possono fare tante cose ma non sedercisi sopra.
Adesso i grillini hanno una grande responsabilità,
dimostrare che sanno anche fare politica, dovranno lavorare
nelle commissioni, anche in quelle che si occupano di temi
importanti di cui non hanno mai parlato, come la politica
estera. Si tratta di un centinaio di persone tutte
rispettabili, estratte un po’ con i bussolotti dal sacchetto
come alla tombola: bisogna aspettare e vedere come si
comporteranno.

Per quanto riguarda la legge elettorale, a loro va bene il
Porcellum. Non credo gli vadano bene i collegi uninominali
perchè vorrebbe dire che devono in ogni dimensione locale
sforzarsi di presentare un candidato in grado di conoscere
il territorio e competere con gli altri. E non credo
vogliano le preferenze.

D. NEL PROGRAMMA LE CHIEDONO.
R. Sì, ma non credo che Grillo le voglia realmente, perchè
le preferenze creano comunque dei leader, e la sua logica è:
il movimento è senza leader perchè il leader è uno solo e
sono io. E voglio vedere quando tra questi nuovi
parlamentari qualcuno comincerà ad avere opinioni diverse da
Grillo cosa succederà, se cominceranno le espulsioni a
raffica.

D. E PD E PDL COME LA VOGLIONO LA LEGGE ELETTORALE?
R. Se noi non abbiamo fatto ieri la legge elettorale è
perchè andava bene sia agli uni che agli altri. Adesso
Berlusconi la critica ma è quello che l’ha voluta.

In quanto al Pd è la legge funzionale per il partito guidato da
Bersani, perchè è un proporzionale e ti consente di non
confrontarti con la vocazione maggioritaria che voleva
Veltroni (leader Pd dal 2007 al 2009; Ndr) e ti consente,
con le liste bloccate, di fare primarie un po’ finte
salvaguardando la classe dirigente. Inoltre obbligandoti a
fare alleanze non ti costringe ad avere programmi coerenti e
dettagliati.

D. CHE MAGGIORANZA PARLAMENTARE SERVE PER CAMBIARE IL
PORCELLUM?
R. È una legge ordinaria e non serve una maggioranza
qualificata. Ci sono alcune garanzie, per esempio alla
Camera si può chiedere il voto segreto: ma è una riforma
difficile da farsi perchè tutti i partiti cercano di
disegnarsi un vestito che gli stia bene.

D. LA SENTO PESSIMISTA.
R. Se era difficile prima è difficile ancora di più oggi.
Vallo a sapere cosa succede, credibilmente il Parlamento si
insidia, faranno fatica a fare un governo, l’incarico
toccherà comunque al centrosinistra perchè ha la maggioranza
assoluta alla Camera e relativa al Senato.

Bersani forma un governo, ottiene la fiducia alla Camera,
si presenta al Senato e non la ottiene. Ci prova un altro,
ma chi dice che avrà più successo, non può provarci nè
Berlusconi nè un tecnico che dovrebbe comunque fare un
governo con dentro il Pd. E non si può sciogliere il
Parlamento, perchè Napolitano è nel semestre bianco.
Un’ipotesi potrebbe essere quella che il presidente della
Repubblica si dimette prima del previsto e prima di fare il
governo si elegge un nuovo presidente che possa sventolare
lo spauracchio delle elezioni anticipate.

D. E L’IPOTESI DI UN RITORNO AL VOTO SOLO PER IL SENATO?
R. La Costituzione lo consente. Ma è un’ipotesi difficile:
ci sono stati scioglimenti tecnici del Senato solo nelle
prime due legislature (1948-1953; 1953-1958; Ndr) e solo per
uniformare la loro durata (il Senato durava 6 anni, la
Camera 5; Ndr).

Fonte: Public Policy | Autore: Gaetano Veninato | Sito internet: www.publicpolicy.it

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