La comunicazione non verbale e i dibattiti politici

La comunicazione non verbale e i dibattiti politici

comunicareLa comunicazione non verbale  o comunicazione corporea ha luogo ogni volta che una persona influenza un’altra attraverso l’espressione del volto, il tono della voce o uno dei seguenti canali: espressione facciale; sguardo (e dilatazione delle pupille); gesti e altri movimenti del corpo; postura; contatto fisico; comportamento spaziale; abbigliamento e altri componenti dell’aspetto esteriore e vocalizzazioni non verbali.

Questi “canali” di comunicazione vengono utilizzati ogni giorno dai politici nei discorsi pubblici, nelle interviste e in occasione di incontri con la stampa: a volte questi stessi segnali influenzano il modo di reazione degli elettori, del pubblico o dello sfidante con cui ci si relaziona.

Molti studi ed esperimenti infatti hanno dimostrato la potente influenza dei cenni del capo, degli sguardi, dei sorrisi e di altri segnali sulla conversazione con altri interlocutori o nel modo di trasmettere dei messaggi ai destinatari della comunicazione.

Nei discorsi, nelle interviste o nelle partecipazioni pubbliche il politico deve veicolare un messaggio cd. emotivo, che implichi un mix di segnali verbali e non verbali: il modo in cui esso comunica trasmette in quel momento una rappresentazione di sé, presupponendo una cura particolare del linguaggio e del modo di porsi.

Due sono gli esempi “storici” che qui vi portiamo: John Fitzgerald Kennedy e Carter.

Caso  K.F. Kennedy – Nixon

Gli stessi dibattiti tra i candidati K.F. Kennedy – Nixon nella tornata elettorale del 1960 influenzarono  il pubblico che guardava da casa a votare Kennedy, modificandone le intenzioni di voto.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=KgV7muq3o3Q&w=560&h=315]

Da una ricerca svolta nel 1978 (Comstock et al., Television and Human Behavior, New York Colombia University) si è rilevato come dopo il periodo dei dibattiti la percentuale degli elettori che intendevano votare per Kennedy salì dal 44 al 50%, indipendentemente dalle immutato atteggiamento politico sui temi in discussione. Spesso si riconduce questa capacità a Kennedy, nel suo atteggiamento attrattivo – persuasivo delle masse.

Inoltre, è stato più volte rilevato come nei dibattiti TV non fosse preponderante per importanza il contenuto del messaggio, bensì il modo di presentarsi del candidato ai potenziali elettori (si veda Kraus S., The Studies and the World Outside in Kraus e al. Mass Media and Political Thought, Beverly Hills, Sage).

Un altro Guru della comunicazione non verbale, Leathers, spiega come James Carter (39imo Presidente degli Stati Uniti) sia stato preparato per la gestione dei dibattiti TV con James Ford.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Pffx3AdCEKE&w=420&h=315]

Secondo le analisi che si sono susseguite dagli esperti si è rilevato come Ford, nel primo dibattito, risultasse maggiormente credibile rispetto allo sfidante mediante l’utilizzo di una frequenza di sguardi molto alta, gesti energici, come se fossero dei colpi di karate, braccia costantemente larghe sul tavolo e una modalità di parlare con un tono molto alto (che gli dava una nota di autoaffermazione e relativa supponenza).

Carter invece esibiva un numero frequentissimo di sguardi verso il basso  e cambiamenti nella direzione dello sguardo, per non parlare dell’elevatissimo numero di battiti delle palpebre, con una postura passiva rispetto a Ford, oltre a questo possedeva un modo di parlare più veloce e lasciava cadere la voce alla fine delle frasi.

Leathers consigliò a Carter dei cambiamenti relativamente alla Comunicazione non Verbale e il risultato venne notato di gran lunga: la maggioranza degli ascoltatori, infatti, diede lo scettro del vincitore nel secondo dibattito a Jimmy Carter.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=BuaPct7gH1w&w=420&h=315]

Nei discorsi politici quindi non dobbiamo dare attenzione solo al linguaggio, ai termini utilizzati o al messaggio che vogliamo comunicare, ma anche alle tecniche con il quale comunichiamo il nostro stato d’animo, le nostre emozioni e sensazioni in quegli istanti, imparando a controllare il nostro comportamento non verbale, magari compiendo alcuni esercizi davanti ad uno specchio ed esercitandosi da soli e con un pubblico di prova!

Autore: Alberto Vanin

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