22/04/2013 – Dalle 15 scrutinio che indicherà il nuovo presidente. I contendenti sono Tondo (centrodestra), Serracchiani (centrosinistra), Galluccio (Cinque Stelle) e Bandelli (lista civica di centrodestra). Ma alle 22 di ieri il confronto con la tornata elettorale di 5 anni fa è impietoso: alle urne il 35% contro il 55 del 2008.
Nei giorni che seguono la rielezione di Giorgio Napolitano, il Friuli Venezia Giulia al voto per leelezioni regionali, fa registrare un netto calo dell’affluenza: alle 22 hanno votato poco più di un elettore su 3. Le elezioni “impossibili” per analisti e sondaggi si trovano così di fronte a un fattore che poi potrebbe risultare decisivo: il numero di elettori. Alle 12 ai seggi si è recato il 10,26% del milione 99mila 334 persone che hanno diritto al voto. Cinque anni fa, quando la sfida tra Renzo Tondo e Riccardo Illy era nello stesso giorno delle elezioni politiche tra Berlusconi e Veltroni, alle 12 i votanti erano stati 16,05%. Alle 19 l’affluenza ha toccato quota 28,55%, mentre nel 2008 era stata del 45,63%. Alle 22 il confronto è più netto: 35% contro il 55%. La percentuale di oggi segna quindi un crollo della partecipazione al voto. Nella circoscrizione di Udine la percentuale dei votanti è stata 37,05%, a Gorizia 35,43%, a Trieste 31,58%, a Pordenone 36,23% e a Tolmezzo 30,71%. Le urne si chiudono alle 15: poi lo spoglio e in poche ore i risultati di una sfida all’ultimo voto.
Come può incidere l’affluenza? Gli elettori del Friuli Venezia Giulia vengono considerati più vicini al centrodestra che al centrosinistra: l’unico presidente mai eletto dal centrosinistra è stato proprio l’industriale Illy, fatta eccezione per la breve presidenza di Renzo Travanut (oggi nella segreteria politica di Debora Serracchiani), durata meno di un anno, nel 1994, con il Pds. Una bassa affluenza potrebbe allora favorire la candidata del Pd? I flussi elettorali sono tutti da studiare, tra emotività varie per il voto sul capo dello Stato, la crescente insofferenza per la classe politica e i partiti, e le relazioni dirette con i 589 candidati ai 47 posti da consigliere regionale.
La giornata dei candidati – Franco Bandelli (Un’Altra Regione), Saverio Galluccio (M5S), Renzo Tondo (Centrodestra) e Debora Serracchiani (Centrosinistra) – è stata tranquilla. Qualche elemento di tensione è però arrivato da Roma, dove Beppe Grillo ha rilasciato due volte dichiarazioni sul voto in Friuli Venezia Giulia, a urne aperte. “Il Friuli sarà forse la prima regione e cinque stelle e poi ci sarà Roma e forse ce la faremo, non ci fermano più”, ha affermato Grillo nella diretta web in cui ha commentato l’elezione di Napolitano.
Nell’epoca dei social network la campagna, di fatto, non finisce mai. Il concetto di silenzio online non è contemplato nè regolamentato, ma solitamente i politici evitano dichiarazioni sul voto. Serracchiani ha così replicato al leader del M5S, accusandolo di aver “riaperto platealmente la campagna elettorale, proprio mentre i cittadini stanno esprimendo il loro voto. Sono preoccupata – ha detto Serracchiani – per questo modo di concepire il rispetto delle regole soprattutto nei momenti più alti e delicati della democrazia”.
Fonte: ilfattoquotidiano.it