15/05/2013 – E dato che lo scritto di Gramsci non è mai stato così attuale dovremo porci alcune domande, davvero noi siamo la nuova società super democratica e digitale? Il Regno dove tutti parlano, dissentono, si esprimono, me compresa?
Oppure siamo diventati il paese dei monologanti?
Beppe Grillo parla da solo da un quarto di secolo.
Solo che prima faceva spettacolo, lo guardavamo in tv, o pagavamo il biglietto, per ascoltarlo e ci faceva ridere.
Ora che ha incassato un terzo dei voti e ottenuto 163 parlamentari, che dovrebbero legiferare secondo le sue inderogabili volontà, non dovrebbe solo farci ridere, dovrebbe mantenere le promesse urlate nei suoi interminabili ” Tsunami Tour”, altrimenti il biglietto dei suoi monologhi rischiamo di pagarlo noi, che magari non lo abbiamo votato e non abbiamo nemmeno troppa voglia di ascoltarlo.
L’ altro monologante della Nuova ( sic!) Repubblica, Silvio nostro il Cavaliere senza macchia ( doppio sic!) e senza paura, non perde occasione per predicare di fronte a folle plaudenti, portate sotto il suo palco con il collaudato sistema della vendita di pentole, cioè gita in pullman e pranzo pagato in cambio di sventolio di bandiere e voci che intonano ” E meno male che Silvio c’è ” ( ndr.: avete notato anche voi che cantano più forte quelli che sono a rischio di perdere poltrone e privilegi?!) Telefona in diretta alle sue reti, manda in onda in prima serata un discutibile documentario sulle sue vere o presunte malefatte facendosi passare per un martire, afferma e smentisce a piacere.
E la massa, ancora una volta, resta affascinata da questi personaggi che non fanno altro che specchiarsi e chiedersi: ” Specchio delle mie brame chi è il più bello del reame?” e, inspiegabilmente, almeno per me, alimentano il loro consenso.
Da sempre il monologo è appannaggio dei dittatori, ma da noi, dove tutto si riduce a farsa, è solo roba da commedianti, ex croceristi, comici in disarmo.
E purtroppo questi monologanti fanno proseliti, e l’arte del monologo riesce a minare la democrazia dal basso, realizza lo scopo di zittire l’ arte di fare politica vera, ma arriva diretto alla pancia del paese e ne rimbambisce la testa.
Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi (W. Shakespeare)
Autore: Alexsandra Claudia | visita qui il blog personale di Alexsandra!
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