26/05/2013 – Una ricerca del Centro italiano studi elettorali della Luiss evidenzia come e quanto i maggiori partiti hanno cambiato alleanze per le elezioni comunali di domenica.
Domenica 26 maggio e lunedì 27 maggio sono chiamati alle urne circa 7 milioni di italiani per rinnovare i sindaci e il consiglio comunale nel 7% dei Comuni.
I SIGNIFICATI POLITICI
A dominare le cronache è la lotta per il Campidoglio, ma si vota anche in un altro capoluogo di regione, Ancona, e 14 capoluoghi di provincia: Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Treviso, Vicenza e Viterbo. Domenica si vota anche per il consiglio regionale della Valle d’Aosta.
Questo, se si escludono le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia, rappresenta il primo vero test elettorale dopo il voto di febbraio e dall’inizio dell’esperienza del governo Letta. La tornata è quindi carica anche di significati politici e di un giudizio dei primi mesi di governo di larghe intese.
UN NUOVO QUADRO DI ALLEANZE
A destare maggiore curiosità è il quadro delle alleanze, che potrebbe maturare espressive mutazioni rispetto alle scorse elezioni.
Nella maggior parte dei casi – rileva uno studio del Centro italiano studi elettorali della Luiss – si era votato nel 2008 assieme alle elezioni politiche in cui il centrodestra guidato da Berlusconi ottenne una netta affermazione. In quell’occasione, l’offerta elettorale fu perlopiù la stessa delle politiche. Da una parte il Pdl in alleanza con la Lega fin dove quest’ultima si presentava, (a Brescia anche con l’Udc) e dall’altra il Pd assieme con l’Italia dei Valori in pratica ovunque nei 16 capoluoghi ad eccezione di Viterbo. Nella metà dei casi tuttavia la coalizione di centrosinistra estendeva i propri confini anche ai partiti che si collocano a sinistra del Pd (Prc, Pdci e Verdi).
CAMBIA L’OFFERTA
Oggi, fa notare la Luiss, quest’offerta elettorale è completamente cambiata rispetto a 5 anni fa.
Intanto perché ci sono nuovi attori politici come Scelta Civica di Monti, Fratelli d’Italia e il Movimento cinque stelle (ma anche la scomparsa o il ridimensionamento dell’Italia dei Valori e di Futuro e Libertà).
IL CENTROSINISTRA
Il Partito Democratico corre in solitaria a Imperia e Avellino, in altri casi abbraccia un’alleanza al centro, ad Ancona con l’Udc e Scelta civica, a Vicenza con il partito di Casini; In cinque capoluoghi viene riproposta la stessa alleanza delle elezioni politiche (Pd, Sel e Centro Democratico) e in quasi altrettanti casi (Sondrio, Treviso, Massa e Lodi) il centrosinistra si presenta compatto dal Pd fino a Rifondazione. Infine in due casi, entrambi al centro-sud (Barletta e Iglesias)
IL CENTRODESTRA
Il Popolo delle Libertà si presenta con la Lega Nord in 6 capoluoghi. Tra questi Imperia dove il centrodestra compatto ingloba anche Udc e Scelta Civica. A Brescia, Isernia e Barletta tutto il centrodestra si presenta unito; in 4 casi l’alleato principale del partito di Berlusconi è Fratelli d’Italia, mentre solo a Sondrio ed Ancona corre da solo.
LE ELEZIONI NELLA CAPITALE
Roma – pone l’accento il Cise – merita un discorso a parte: nella capitale si profila un testa a testa tra il sindaco uscente Alemanno che è riuscito a tenere unito il proprio schieramento, e il principale sfidante candidato di Pd e Sel, Ignazio Marino. Più defilati appaiono ai nastri di partenza il candidato grillino De Vito e il civico Alfio Marchini.
CANDIDATI CIVICI E GRILLINI
A sfidare i due schieramenti che fanno perno su Pd e Pdl, ci pensano, un buon numero di candidati civici di varia natura e provenienza e il Movimento 5 Stelle che candida un proprio esponente in quasi tutti i capoluoghi con l’eccezione di Iglesias e Isernia.
Autore: Michele Perri | Fonte: formiche.net