Ecco la prima parte di un breve glossario per capire meglio il dibattito politico sul tema della riforma elettorale.
Alternanza di genere. Si parla di alternanza di genere quando nell’ambito di una competizione elettorale su liste concorrenti, i nominativi dei candidati sono elencati alternando candidature maschili e femminili. Irrilevante con il voto di preferenza (v.), fondamentale nelle liste bloccate (v.) perché garantisce (potenzialmente) una rappresentanza paritaria dei due generi.
Bicameralismo perfetto. Il bicameralismo perfetto (o paritario) è una delle caratteristiche del sistema istituzionale italiano. Il Parlamento è infatti diviso in due Camere (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) entrambe elette direttamente dal popolo ed entrambe dotate dei medesimi poteri. Poiché le due Camere sono elette con un sistema elettorale diverso (premio di maggioranza nazionale alla Camera, premi di maggioranza regionali al Senato) è nell’ordine delle cose che esista la possibilità concreta di maggioranze difformi. Quindi le soluzioni sono uniformare il sistema elettorale (situazione palliativo perché al Senato votano i cittadini over 25, mentre alla Camera gli over 18 e inoltre il riparto dei seggi (v.) deve essere a livello regionale, come imposto dalla Costituzione) oppure differenziare poteri e/o modalità di elezione. Il che richiede –anche in questo caso –una revisione costituzionale
Circoscrizione. La circoscrizione è l’unità territoriale di base in una competizione elettorale su liste concorrenti. Per la Camera dei Deputati – ad esempio – il Paese è diviso in 26 circoscrizioni, ciascuna delle quali esprime un numero di deputati proporzionale alla popolazione. Le circoscrizioni tendenzialmente vengono a coincidere con il territorio regionale, salvo che nelle regioni più popolose, che vengono divise in più circoscrizioni
Collegio. E’ l’unità territoriale di base nelle competizioni uninominali. Sensibilmente più piccolo di una circoscrizione (v.), si caratterizza per l’assenza di liste di candidati in competizione. La natura della competizione in collegi è profondamente diversa da quella relativa alla competizione in di circoscrizione, favorendo un più stretto rapporto tra candidati ed elettori, favorito sia dalla dimensione più contenuta, sia dall’assenza di logiche competitive interne al partito, tipiche del voto di preferenza (v.). I collegi uninominali sono normalmente utilizzati con il sistema maggioritario (v.), ma possono accompagnarsi anche con il sistema proporzionale (v.).
Diritto Elettorale. Insieme di norme di rango costituzionale, primario e secondario che regolano le competizioni elettorali. Non comprende solo i principi-guida del sistema elettorale (v.) ma anche disposizioni relative allo svolgimento delle campagne elettorali, al finanziamento dei partiti o – ad esempio – la disciplina delle violazioni di natura amministrativa, civile o penale. Il sistema elettorale, pertanto, rientra in un più generale diritto elettorale.
Doppia Preferenza. La doppia preferenza di genere è una modalità di espressione del voto nelle competizioni elettorali su liste concorrenti che prevede per il cittadino-elettore la facoltà di esprimere la propria preferenza a due diversi candidati, che devono però essere tassativamente di genere diverso. E’ utilizzata – ad esempio – nelle competizioni regionali della Campania nonché prevista (in futuro) per le competizioni comunali. Mira a incrementare la presenza femminile nelle istituzioni ma si presta anche a pesanti critiche in merito alla natura delle “cordate” elettorali che possono essere costruite attraverso l’alleanza di due candidati. Va ricordato che il popolo italiano ha respinto la pluralità di preferenze con il referendum del 1991 che ha disposto il passaggio alla preferenza unica.
Lista Bloccata. Nelle competizioni su liste concorrenti si parla di lista bloccata quando il cittadino non è in grado di poter esprimere un voto di preferenza tra candidati ma l’ordine di lista stabilisce anche l’ordine di elezione. Questo significa – ad esempio – che qualora a una lista spettino tre eletti, questi saranno i primi tre candidati della medesima. Sono utilizzate in Spagna (v.) e in Germania (v.) ma rappresentano anche uno dei più criticati aspetti del cd. “Porcellum” (v.).
Maggioritario. Sistema elettorale (v.) caratterizzato per una modalità di attribuzione dei seggi volta a favorire l’individuazione di un vincitore di competizione (singolo o come lista). Si vota con il sistema maggioritario nei paesi anglosassoni, in Francia e si è votato con un sistema misto prevalentemente maggioritario in Italia fino tra il 1993 e il 2005, durante gli anni in cui era in vigore il c.d. “Mattarellum” (v.). I vantaggi del maggioritario sono individuati nella sua semplicità, nella sua capacità di ridurre i partiti (e quindi semplificare le competizioni) e nel favorire la possibilità di scelta del governo da parte dell’elettore. I suoi difetti risiedono invece nella potenziale disproporzionalità (cioè la differenza tra voti ottenuti e seggi conseguiti), nella sua “rigidità” (i soggetti politici nuovi faticano a essere rappresentati) e nella sua incapacità di rappresentare adeguatamente le minoranze, che lo rende inadatto a contesti caratterizzati da pluralismo linguistico, religioso o etnico.
Mattarellum. Era il sistema in vigore in Italia dal 1993 al 2005, disegnato dal democristiano Sergio Mattarella. Si caratterizzava per essere una via di incontro tra proporzionale e maggioritario. Il 75% dei seggi veniva attribuito (alla Camera) in collegi uninominali con competizione a turno unico (modello inglese – v.) mentre il rimanente 25% con riparto proporzionale su liste bloccate (v.) e sbarramento (v.) del 4%. L’idea all’origine era quella di creare una versione “rafforzata” del modello tedesco (v.) ma nell’esperienza italiana non si è verificata l’auspicata riduzione dei partiti e neppure la conseguente stabilità politica. Oggi il Mattarellum è spesso ricordato con rimpianto ma durante gli anni della sua vigenza molti dei suoi meccanismi (in particolare la possibilità di dare un doppio voto: maggioritario e proporzionale) furono oggetto di forte e diffusa critica.
Porcellum. E’ il sistema elettorale vigente (l. 270/2005), così chiamato perché in una celebre intervista al Corriere della Sera l’estensore della legge (Roberto Calderoli, allora ministro delle riforme) definì la propria legge “una porcata”. Il “Porcellum” prevede una competizione proporzionale con liste bloccate e premio di maggioranza alla coalizione o partito più votato (alla Camera), ovvero premio di maggioranza regionale al partito/coalizione più votato in ogni singola regione (con l’eccezione di Molise, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta dove vige un sistema diverso) e soglie di sbarramento (v.) variabili per coalizioni e singoli partiti. Il “Porcellum” è criticatissimo per l’assenza di un quorum (v.) da raggiungere per l’attribuzione del premio di maggioranza, per il meccanismo delle liste bloccate e per l’esistenza di 6 diverse soglie di sbarramento.
Autore: Marco Cucchini