E la chiamano estate

E la chiamano estate

estate228/08/2013 – L’estate sta finendo. Ma forse non è mai cominciata. L’estate di una volta, intendo. La stagione del riposo. Quando si andava in ferie. Tutti. O quasi. Anche la politica e il calcio. In ordine inverso: le due passioni principali degli italiani. Quella stagione non c’è più. I periodi di ferie si sono accorciati. Per alcune persone e famiglie si limitano a qualche gita al mare nei fine settimana. Altre, ancora, vi hanno rinunciato del tutto. Colpa della crisi, ma anche dei modelli di vita che cambiano. La politica, quella, non va più in ferie. Neppure in Italia.

Agosto: è divenuto un mese di attività intensa e convulsa. Sono lontani i tempi in cui Marco Pannella approfittava del Ferragosto per organizzare le sue conferenze stampa. Quando, anni dopo, la Lega lanciava le sue campagne di lotta, le sue marce sul Po, le sue secessioni in estate. E soprattutto in agosto. Per sfruttare la domanda di informazioni dei media riempiendo il vuoto di notizie. Oggi non c’è più problema. L’estate è un ribollire di polemiche, crisi, scontri e provocazioni. Oggi, ad esempio, il governo è sospeso. Silvio Berlusconi, dopo la condanna in Cassazione, è determinato a contrastare la sua esclusione dal Parlamento. A conquistare l’agibilità politica. Intanto, Enrico Letta interviene in Italia e gira il mondo. Finge che il governo sia solido e stabile. Che le elezioni anticipate non incombano. Perché la crisi “sarebbe una follia”. Dentro il PdL si prepara il passaggio, meglio, il ritorno a Forza Italia. Fra lotte e divisioni. Falchi, colombe e pitonesse: si tendono agguati e si aggrediscono, senza troppi complimenti. Intanto, nel PD si affilano le armi in vista delle Primarie. Per eleggere il segretario di partito. O forse il candidato Premier. Dipende da quel che succederà. Renzi, Letta. Ma anche Cuperlo e Civati. Tutti pronti a scendere o a salire in campo. Tutto questo succede in estate. In questa estate.

Le feste di partito, le care vecchie feste di partito, l’unica attività “politica” consentita – d’estate. Sono cambiate anche quelle. D’altronde, l’unica vera festa di partito conosciuta e riconosciuta era la cara, vecchia, Festa dell’Unità. Affollata da militanti, simpatizzanti e tante persone. Di sinistra e non.  Ma oggi non c’è più. Perché l’Unità non è più quella di una volta. È un giornale fra gli altri che fanno riferimento allo stesso partito. Il PD. Per il quale evocare l’Unità è quantomeno ironico. Oggi, ci sono le Feste Democratiche. Ma non è lo stesso. Proprio no. Perché le Feste non possono essere Democratiche. Sono feste e basta.

Oltre alla politica e alle feste di partito, anche il calcio ci ha abbandonati. Proprio perché non ci abbandona mai. E’ sempre calciomercato, come recita una trasmissione di Sky, in onda tutte le sere. In tutte le stagioni. Anche d’estate. Ovviamente. Non a caso. Perché  sempre campionato. Già. Il campionato. Non fa tempo a finire Ferragosto che è già cominciato. E così rischia di secolarizzarsi. Di perdere il pathos di un tempo. Perché se si gioca sempre e sempre ancora. Se è sempre calciomercato e sempre campionato, allora la domenica non è più la stessa. Non c’è più festa. Non c’è più religione. D’altronde, il campionato è sempre. Dovunque. In ogni luogo e in ogni medium. Come il calciomercato. Non finisce mai. Così la politica, anzi, la crisi politica italiana.  Non finisce mai. Solo l’estate sta finendo. Finalmente. Questa estate: mi ha sfinito. Per me è una stagione faticosa. Perfino un po’ dolorosa. Ma l’autunno è alle porte. Meglio prepararsi. Dicono che sarà molto caldo.

Fonte: repubblica.it | Autore: Ilvo Diamanti

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