29/08/2013 – Si pubblica qui di seguito un interessante articolo di approfondimento sul tema della leadership nei partiti politici italiani. L’articolo è tratto dal sito internet specializzato panepolitica.it, scritto da Aldo Torchiaro.
Tra leader e dealer: riusciranno i partiti italiani a trovare l’uomo giusto per il futuro?
Il leader, quello vero, chi è?
È colui che riesce a tracciare un disegno che dall’oggi si prospetta al domani seguendo traiettorie logiche, condivisibili, per quanto originali o inedite. È colui che riesce a prevedere il verificarsi prossimo venturo di taluni fenomeni, non per dote divinatoria ma per adeguata conoscenza della storia e strutturata competenza analitica sui macrodati del presente. Ma è soprattutto colui che riesce, in questa visione prospettica, futuribile, visionaria, a tracciare un funzionigramma di lavoro che preveda il superamento stesso del suo autore.
La successione, le deleghe, le derivazioni del transeunt sono materia della sua prima preoccupazione. Nell’estetica della scultura statuaria, d’altronde, non esiste un solo leader, condottiero, generale, liberatore, eroe che non punti lo sguardo con acutezza di focus verso la linea dell’orizzonte, intento a fissare il punto più lontano possibile nello Zenith immaginario. Questo fa un leader.
Al suo opposto, un mancato leader rivolge il proprio sguardo ai suoi piedi, tutt’al più disegnando un cerchio concentrico intorno alla propria figura. Non guarda più avanti di poche settimane, secondo le scadenze di un’agenda minima che gli deriva dagli impegni immediati, di cui fa scalping intraday, acquisendo e rilasciando posizioni e posizionamenti. Soprattutto, non fa squadra se non in assetto piramidale, ponendo sempre se stesso all’apice e imponendo alle fasce sottostanti un effetto tappo. Non delega, se non artificiosamente, per il timore che poi qualcuno diventi davvero bravo in un certo ambito, e che una selezione di personalità competenti prima o poi venga vinta dalla tentazione di disarcionarlo.
L’opposto semantico del Leader per me è il Dealer, suo anagramma che riporta al significato primario, in inglese: intermediario che sta sul mercato per ottenere il massimo dei benefici personali in termini economici. Il Dealer non opera solo su mercati finanziari: può scambiare accordi, transare leggi, pattuire campagne proprio come farebbe con altri servizi, beni o merci tangibili e intangibili.
Per la politica italiana, di centrodestra e di centrosinistra, sarebbe auspicabile l’avvento di un Leader vero e proprio; al momento, tutta l’agibilità, cioè la capacità di agire indisturbatamente, appartiene ai Dealer. Sappiano questi ultimi che il loro mercato, quello elettorale, è davvero saturo.