04/10/2013 – L’Europa dei popoli, l’Europa che sanziona, l’Europa che stabilisce le politiche economiche degli Stati membri e obbliga l’Italia a provvedimenti che riguardano aspetti politici ed economici, consente alla stessa Italia Paese membro di detenere nelle galere e nei centri, reclusi come animali uomini che arrivano dall’Africa alla ricerca di una vita diversa.
E l’Europa, l’Europa dei popoli, lascia l’Italia sola ad affrontare sbarchi che, come quelli odierni, si mutano in tragedia, l’Europa dei popoli non si interroga sull’esodo di migliaia di persone, tace, l’Europa dei popoli non reagisce quando in pericolo sono le vite e i diritti di altri uomini ma solo quando viene minato un equilibrio economico.
L’ Europa dei popoli è muta, ha finito le parole che riguardano l’umanità sostituendole con freddi numeri.
Le parole che non sappiamo più usare, le parole svuotate di significato, le parole algide, mentre si abusa della parola migranti, i migranti sono un problema a scadenza stagionale, arrivano con il bel tempo e se il mare è brutto i migranti muoiono, ma i migranti sono donne, bambini, uomini che oggi, avvolti e sdraiati su un molo o galleggianti in acqua fanno gridare a Lampedusa che basta, non sanno più dove ospitare i vivi e i morti che non sono migranti ma donne incinte, bimbi che galleggiano, ragazzi coetanei dei nostri figli, un’umanità ai margini di un mondo che si dichiara civile, ai margini di società inaridite, egoiste, donne, uomini, bambini che non avranno un futuro ora che sono morti, ma a cui comunque viene negato un futuro da vivi. Donne e uomini che non migrerebbero dalle loro case se il mondo civile smettesse la colonizzazione perenne, donne e uomini che vivrebbero nelle loro terre se avessero i mezzi per farlo, donne e uomini che fuggono da Paesi che negano loro diritti che per noi sono intangibili, donne e uomini migranti, che non sanno nuotare nelle acque dei mari e che annegano di fame e disperazione nei loro paesi.
Lampedusa non è Europa, la Sicilia non è Europa, l’Italia non è Europa, perché noi siamo meglio di così.
E andare per mare dovrebbe essere uno dei motivi per i quali vale la pena vivere e non certo morire.
“Si dirada la nebbia. Molli gli ormeggi. Ti stacchi e percorri il South Channel, superi il Rocky Neck, Ten Pound Island. Passi il Niles Pond dove pattinavo da bambino. Dai fiato al corno da nebbia e mandi un saluto al figlio del guardiano del faro di Thatcher Island.
Poi compaiono gli uccelli: i monellacci, le anatre spose, i gabbiani reali. Il sole ti scalda, viri a Nord. Ti metti a dodici nodi – sei a pieni giri. Gli uomini sono indaffarati e tu sei al timone e hai il comando della tua barca. C’è qualcosa di meglio al mondo?” Capitano Billy Tyne (George Clooney) dal film “La tempesta perfetta” di Wolfgang Petersen”
Autore: Alexsandra Panama | Vai al blog di Alexsandra!