Per il Gran Ducato del Lussemburgo, che può essere considerato un modello politico di stabilità con solo sette primi ministri dal 1937, si tratterebbe di una grossa novità: dal 1945 ad oggi il CSV è rimasto fuori dall’esecutivo solo per cinque anni. Inoltre una coalizione a tre (“ménage à trois”, come è stata definita nel paese) sarebbe un fatto inedito per il paese. Già prima del voto, il leader dei liberali Xavier Bettel e il leader dei verdi François Bausch non avevano escluso l’ipotesi di formare un nuovo governo senza i democristiani di Juncker, ma era comunque necessario il sostegno dei socialisti, in precedenza alleati con Juncker. Dopo il risultato delle elezioni Bettel ha dichiarato: «I programmi elettorali dei socialisti e dei Verdi sono sulla stessa lunghezza d’onda del nostro». Michel Wolter, presidente di CSV, ha detto che i tre partiti all’opposizione hanno una elevata probabilità di formare un nuovo governo.
Le elezioni di domenica si sono svolte 7 mesi prima del previsto a causa di una crisi di governo iniziata nel luglio di quest’anno. Il primo ministro Jean-Claude Juncker aveva infatti dato le sue dimissioni a seguito di un’indagine fatta da una commissione parlamentare sugli abusi condotti dai servizi segreti del paese accusati di avere spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e avere accettato soldi in cambio di favori. Il rapporto della commissione indicava Juncker come il principale responsabile della scorretta condotta degli agenti e concludeva che come primo ministro avrebbe dovuto esercitare un maggiore controllo, informare la commissione parlamentare competente e mettersi in contatto con la magistratura.
Jean-Claude Juncker – che è stato governatore del Fondo Monetario Internazionale, responsabile della Banca europea per la ricostruzione e, nel 2005, primo presidente permanente dell’Eurogruppo – era al governo del Lussemburgo dal 1995. In questi anni è stato spesso criticato per aver trascurato gli affari interni a vantaggio di quelli europei. Dopo il risultato di ieri e la notizia dell’avvio di colloqui informali dei partiti all’opposizione, ha fatto sapere di non volersi ritirare dalla scena politica e, secondo una fonte del suo partito, aspirerebbe ora a un incarico internazionale di prestigio.
Fonte: ilpost.it | Foto: GEORGES GOBET/AFP/Getty Images