30/11/2013 – Luccicante, veloce, gradevole, sempre sulla superficie dei temi affrontati e con i secondi contati. Con un Semprini più nei panni di Morgan che di Bruno Vespa come è giusto che fosse, data la location. Insomma un confronto finalmente moderno e persino pop e già questo è un bel successo per un partito che dice di voler vincere le elezioni.
E allora proviamo a vedere come è andata.
Cuperlo
pro: è meno Social e meno personaggio rispetto agli altri due e lo sa bene. Per questo non li insegue mai sul terreno della battutina strappa-applausi o dell’aneddoto brillante. E fa bene. Del resto Cuperlo è il candidato dell’establishment di partito e si rivolge agli elettori più moderati e tradizionali del PD. La sua è una comunicazione vecchio stampo, senza fronzoli e sicuramente meno immediata, ma proprio per questo apprezzata da quegli elettori che cercano la sostanza e sospettano istintivamente del nuovo che avanza: il suo tentativo di approfondire gli argomenti con eloquio forbito e con 30 secondi a disposizione è stato anacronistico al punto giusto.
contro: chi voterà alla primarie del PD? In quanti? Ci saranno tanti giovani o si muoveranno con maggiore decisione gli elettori più anziani? Con queste primarie sembra che il PD sia entrato definitivamente nel nuovo millennio, per lo meno nel modo di comunicare. E allora il suo stile tradizionale – più consono alla Treccani che a Google – rischia di essere troppo conservativo, di respingere in toto l’elettorato più giovane e di non riuscire a spostare verso di sé il voto degli indecisi.
Renzi
pro: ogni volta che c’è un’occasione pubblica di confronto Renzi ne esce bene. Ha una comunicazione fluida e accattivante, un’immagine fresca di uomo del fare e di giovane padre di famiglia. Più appare in pubblico e più ci guadagna.
Saggia la scelta di svestire i panni del rottamatore e di assumere un profilo più istituzionale, per infondere fiducia nei tanti elettori che temono un’eventuale crisi di governo. Efficace anche sul tema delle privatizzazioni, solitamente periferico ma che sta entrando sempre più nel dibattito politico, anche a sinistra.
contro: è stato troppo timido sul tema delle unioni omosessuali. Se uno è così titubante e moderato in campagna elettorale difficilmente cambierà atteggiamento da segretario e da premier. Anzi.
E poi c’è il problema principale: Renzi rispetto ai suoi avversari è quello che è apparso più volte in TV e tutte le cose che ha detto ieri le aveva già dette in precedenza in altri programmi televisivi, tipicamente molto seguiti dall’elettore medio del PD. Niente di nuovo insomma, mentre i suoi avversari hanno potuto dire la loro senza ripetersi.
Civati
pro: ha dimostrato una personalità che in pochi gli attribuivano: sempre deciso, gradevole, spigliato, non si è fatto per nulla intimidire dagli avversari né da Semprini. Lo scarso peso specifico era una delle critiche più di frequente rivolte a Civati che ieri ha dimostrato di non meritarla affatto. È il più Social di tutti e di fatti è quello che meglio ha saputo parlare ai giovani ed elogiare il movimento che si è creato attorno alla sua candidatura, come fenomeno plurale e mai personalistico.
contro: per certi versi è stato forse troppo personaggio, troppo ammiccante e moderno. I giovani lo conoscono già molto bene, ma l’elettorato più anziano che ieri lo ha conosciuto, forse per la prima volta, potrebbe aver visto un candidato molto simile a Renzi, anche se solo negli atteggiamenti e nello stile comunicativo. E se in politica vieni identificato come la copia di qualcuno non vai molto lontano.
Chi ha vinto e chi ha perso
Questi confronti televisivi sono tipicamente deleteri per il candidato favorito, che ha tutto da perdere e poco da guadagnare. Per questo Renzi doveva fare solo due cose, evitare clamorose gaffe e mantenersi su toni pacati e collaborativi, e ci è riuscito alla grande (voto 7). Cuperlo era il meno adatto a muoversi in un ambiente del genere, più simile a Twitter che a una sezione di partito, ma ha saputo difendersi discretamente e strappare la sufficienza (voto 6).
Chi ieri ha presumibilmente guadagnato più voti è stato Civati (voto 8), sia per i motivi esposti in precedenza sia perché è il candidato che finora ha avuto la minore esposizione televisiva: una conferma per il popolo di internet che già lo sostiene ampiamente, ma anche una piacevole scoperta per gli elettori del PD meno giovani e più televisivi.
Autore: Walter Di Martino | Fonte: spinningpolitics.it | Link all’articolo