10/12/2013 – Il vento nuovo di Matteo Renzi ha cominciato a soffiare da subito, nella forma e nelle promesse politiche. La vittoria alle primarie che lo hanno incoronato nuovo segretario del Pd è tata salutata dal giovanilistico tormentone I don’t care, che ha scalzato i cantautori italiani dalla playlist della sinistra, e da un discorso in cui ha promesso “politica a costo zero, scardinamento del sistema e cambiamento del sindacato”.
Battuti il Cuperlo delle “cravatte sbagliate” e del vecchio apparato e l’altrettanto giovane Civati, Renzi è sembrato davvero pronto a cambiare verso.
L’onda lunga del rinnovamento è arrivata anche all’Estero. Gran parte della stampa straniera ha accolto con entusiasmo il neo eletto segretario del Pd, paragonandolo, in molti casi, a un nuovo Tony Blair. Matteo Renzi poi ha presentato la sua squadra, “12 apostoli”, 7 donne e 5 uomini, tra i 30 e i 40 anni. Entusiasmo anche qui, nonostante in conferenza stampa il sindaco di Firenze sia apparso nervoso e piuttosto scontroso con i giornalisti.
Il primo vero strappo alla, fino ad allora perfetta, narrazione di rinnovamento è arrivato qualche ora dopo, durante l’incontro con il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Il nuovo segretario del Pd è stato ricevuto tra gli stucchi e i broccati di Palazzo Chigi. Gli scatti del colloquio tra i due sono stati postati su Twitter tramite l’account ufficiale @Palazzo_Chigi. Il mezzo di divulgazione è nuovo, l’immagine no. E’ stata messa in rete dallo staff di Letta, ma stride comunque con il cambiamento, anche comunicativo, che Renzi vuole portare avanti. Rimanda a un’idea di vecchia politica, di potere cristallizzato. Il Palazzo diventa protagonista, anche se i due si scambiano sorrisi e l’atmosfera sembra rilassata.
Il Presidente del Consiglio e il segretario del Pd fanno parte della generazioni dei 40enni rimasti in panchina troppo a lungo, soprattutto in politica, e in cui oggi vengono riposte grandi speranze. “Tocca a una nuova generazione cambiare l’Italia” ha detto proprio il sindaco di Firenze nel suo discorso di domenica.
Da un punto di vista comunicativo, Renzi ha saputo andare oltre la vecchia cultura politica e mischiare riferimenti alti a simboli e linguaggi popolari, in grado di avvicinarlo a un elettorato più ampio e trasversale, ma gli ori di palazzo sembrano ricollocarlo improvvisamente nell’ era politica da cui vorrebbe prendere le distanze.
Autore: Micol Sarfatti | Fonte: huffingtonpost.it