Flashmob e politica, binomio efficace?

Flashmob e politica, binomio efficace?

03/01/2014 – Il mondo del flash mob: i vari modelli, limiti e opportunità.Flashmob e politica, binomio efficace?

Il termine “Flash Mob” (dall’inglese – flash=veloce e mob=folla) è un termine che è comparso la prima volta nel 2003 negli Stati Uniti e in brevissimo tempo è entrato anche nel linguaggio comune europeo.

Il termine flash mob descrive un assembramento improvviso di un gruppo eterogeneo di persone (una folla, appunto) in uno spazio pubblico, che si dissolve in breve tempo, con la finalità comune di mettere in pratica un’azione predeterminata. Se inizialmente il flash mob risultava utile per puri fini ludici presto ha fatto irruzione una valenza sociale e/o politica.

Nel 2006 in Bielorussia, appare su un blog l’invito ai ragazzi in disaccordo col governo locale atrovarsi in una piazza di Minsk per mangiare tutti un gelato insieme. Nulla di assolutamente violento, eppure la polizia interviene in forza per fermare la “manifestazione”.Non è detto comunque che il flash mob abbia scopo di protesta, spesso invece viene organizzato per promuovere un’idea.

Il filosofo e politico verde Antanas Mockus, partecipa nel 2010 alle elezioni presidenziali colombiane facendo del flash mob un metodo di propaganda. I suoi sostenitori erano soliti radunarsi in luoghi pubblici e immobilizzarsi improvvisamente a un’ora determinata. Raccolta l’attenzione dei passanti stupiti, si toglievano la giacca e mostravano la maglietta verde disegnata e stampata dallo stesso Mockus per la sua campagna elettorale.

Nel primo caso si parla di smart mob in riferimento alla “eleganza” (smart appunto in inglese) dell’evento, nel secondo caso si tratta di un cosiddetto freeze mob (da freeze, congelato/immobile). Un esempio molto interessante di flash mob a carattere sociale è quello organizzato in diverse città per manifestare il rifiuto della violenza contro le donne, il cosiddetto “Zapatos Rojos” (scarpe rosse, in spagnolo). Durante la Giornata Mondiale Onu contro la violenza sulle donne, centinaia di scarpe rosse hanno coperto scalinate e cortili di famosissimi palazzi in Italia e nel mondo a ricordare la lunga strada da percorrere per debellare questi comportamenti.

Ancora un esempio di valenza sociale e politica per il flash mob che a Napoli ha coinvolto circa 300 persone che, per manifestare contro la camorra, si sono lasciate cadere a terra come colpite da un colpo di pistola e sono rimaste immobili per un minuto in completo silenzio.Per concludere, non bisogna dimenticare la forza dei cosiddetti massive flash mob che radunano di solito una grossa folla assolutamente pacifica riempendo piazze e parchi, spesso invadendo strade e stazioni, con azioni di vario genere ma sempre finalizzate a sensibilizzare il pubblico verso un certo argomento.

Un esempio di quest’ultima categoria è sicuramente il Critical Mass, un evento spontaneo che porta decine di ciclisti a invadere pacificamente le strade, anche quelle di maggior traffico, per dimostrare come si possa vivere la città diversamente, anche limitando il traffico privato su strada e favorendo la bicicletta o gli altri mezzi leggeri.

In sostanza, si può considerare il flash mob come un nuovo modello di comunicazione? Sicuramente lo è stato anche se nell’ultimo periodo ha perso buona parte della sua spontaneità. Esistono ormai sul mercato numerose associazioni che organizzano a pagamento eventi di questo tipo, che non nascono più in maniera completamente estemporanea come poteva accadere nel passato. È sicuramente una risorsa comunicativa a cui spesso si attinge, ma sul fatto che posso ancora stupire si potrebbe argomentare.

Autore: Cristiana Bonfanti | Fonte: panepolitica.it | Link all’articolo

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