07/02/2014 – E’ morto a 99 anni Robert Dahl. Era forse il più grande tra gli scienziati politici del ‘900, un monumento del pensiero “liberal“.
Ha lasciato un patrimonio di idee, riflessioni e scritti collegati con il fenomeno democratico che darà pane agli studiosi per generazioni. Non è certo questa la sede per rievocare un percorso intellettuale iniziato nella seconda metà degli anni ’40 e proseguito fino agli ultimi istanti di una vita ricca e creativa.
Tra le sue opere principali c’è Poliarchia, un saggio sulla natura e i fondamenti del sistema democratico (Polyarchy: Participation and Opposition, New Haven, 1971). Ricordo ancora quando l’ho letto, era il 1989 ed ero militare… Non avevo mai letto un libro di Scienza Politica e mi sembrava un approccio freddo, emotivamente poco coinvolgente. Alla prima lettura mi sembrava non dicesse nulla e invece, rileggendolo subito dopo, mi sono accorto che spiegava tutto, che la passione per l’analisi politica non passa attraverso il cuore, ma attraverso il rigore della mente.
E mi ha colpito talmente tanto che quando – 15 anni dopo – ho dato vita al nostro studio di consulenza politica ed elettorale l’ho chiamato proprio così, Poliarchia, in onore della sua intuizione intellettuale e del suo grande rigore metodologico. Sapendo che comunque, per quanto facciamo, per quanto ci impegniamo, non saremo mai come Robert Dahl.
Marco Cucchini (C) Poli@rchia