Parte la nuova rubrica sul tema delle elezioni europee dal nome “La settimana europea”, con approfondimenti e articoli del nostro staff relativamente alle istituzioni europee, alle lobby e ai partiti transnazionali, ai personaggi istituzionali e ai padri fondatori dell’Europa. Qui sotto un interessante articolo di Manuel Marsilio, nostro nuovo collaboratore.
Il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) è in vantaggio nella corsa alle elezioni Europee 2014 secondo gli ultimi sondaggi condotti dal sito VoteWatch in collaborazione con la società di consulenza Burson- Marsteller.
La riconferma del successo del Partito Popolare Europeo (EPP), in termini di risultati elettorali, passerà attraverso un incremento dei consensi diretti al partito capitanato da Hannes Swoboda. Le previsioni vedono l’EPP perdere un quarto dei suoi attuali rappresentanti, passando da 274 seggi a 200, e il gruppo S&D guadagnare 23 seggi arrivando così a 217.
Staccato di molte lunghezze dai due giganti europei appena nominati ci sarà l’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (ALDE). Subendo probabili sconfitte nel Regno Unito e Germania, l’11% di consensi ricevuto nel 2009 dovrebbe ridursi all’8.5% (64 seggi) il prossimo maggio.
La sinistra radicale composta da EUL (Sinistra Unita Europea) e NGL (Sinistra Verde Nordica), sostenuta in termini di voto da un aumento di preferenze in paesi come Francia, Germania, Grecia e Spagna, dovrebbe aggiudicarsi 56 seggi, diventando pertanto il quarto gruppo in ordine di importanza.
Diversa è la situazione di ecologisti (Verdi), regionalisti (Alleanza Libera Europea) e conservatori (Conservatori e Riformisti Europei), i quali dovranno fare i conti con un “appeal” in ribasso. Le stime parlano di una perdita di un punto e mezzo percentuale in media per questi partiti.
L’ormai consolidato malessere nei confronti del “sistema politico” e il crescente euroscetticismo daranno a partiti come il Czech Action of Dissatisfied Citizens (ANO) e il Movimento 5 Stelle (solo per citare alcuni esempi) una percentuale di voti che li porterà ad ottenere, in totale, circa 60 seggi. Il francese FN, l’olandese PVV, l’austriaco FPÖ, il belga VB, lo svedese SD e la Lega Nord potrebbero addirittura formare un nuovo gruppo di estrema destra all’indomani delle elezioni.
Le elezioni Europee del 2014 si distingueranno, a quanto sembra, per una marcata polarizzazione del panorama partitico. Il professore Simon Hix, della London School of Economics and Political Science, in occasione della presentazione dei sondaggi di VoteWatch ha affermato che tale congiuntura potrebbe obbligare i partiti centristi a collaborare in uno scenario di larghe intese – a partire, innanzitutto, dalla scelta del prossimo Presidente della Commissione Europea.
Ad ogni modo mancano tre mesi al tanto atteso evento delle elezioni Europee. Molti paesi sono caratterizzati da un elettorato volatile ed imprevedibili eventi possono avere un forte impatto sul successo dei partiti: si pensi solo allo scandalo delle spese parlamentari del 2009 nel Regno Unito, rivelato dalla stampa poco prima delle elezioni del Parlamento Europeo, che portò a un notevole risultato del UK Independence Party (a discapito, pertanto, dei più potenti Laburisti).
Interessante, infine, è il caso specifico dell’Italia. Il sondaggio di VoteWatch vede prevalere gli eurodeputati S&D su quelli affiliati all’EPP. Rispetto ai risultati del 2009 gli S&D dovrebbero ottenere due seggi in più, passando da 20 a 22, mentre l’EPP perderebbe ben 14 seggi, stabilendo così il record negativo di 20 seggi. A seguire ci sono i cosiddetti “non iscritti” (cioè i non affiliati ad alcun partito europeo) tra le cui fila spiccano i rappresentanti del Movimento 5 Stelle con 24 seggi previsti. I restanti sette europarlamentari eleggibili confluirebbero nell’EFD (nell’attuale legislatura la Lega Nord vi fa parte) e nei Verdi Europei (Greens) distribuendosi rispettivamente 3 e 4 seggi.
Autore: Manuel Marsilio | Contattami a: manuel.marsilio@gmail.com