Senato: rimane il nodo della composizione

Senato: rimane il nodo della composizione

31/03/2014 – Dunque, alcune considerazioni a caldo, mentre Matteo il Magnifico sta ancora parlando in conferenza stampa.  La seconda bozza di proposta di riforma costituzionale appare nettamente migliore della prima, segno che criticare è ancora utile, malgrado certe cadute di stile del premier e del suo permalosissimo cerchio magico.

Ricompare (sotto falso nome) la “legislazione concorrente” e si rafforzano le competenze legislative del Senato, che esprime “pareri” sulla legislazione che in taluni casi possono essere elusi solo con maggioranza assoluta della Camera dei Deputati, così come restano intatte le principali funzioni di garanzia. Insomma, se sulle funzioni c’è stato un oggettivo miglioramento, il dubbio rimane per quanto attiene alla composizione. Chi farà parte del Senato?

  1.        I presidenti di Regione e delle province autonome di Trento e Bolzano
  2.        I sindaci delle città capoluogo di Regione
  3.        2 altri membri eletti dai consigli regionali in ogni regione
  4.        2 altri sindaci eletti dall’assemblea dei sindaci
  5.        20 cittadini nominati dal presidente della Repubblica
  6.        Gli ex presidenti della Repubblica

Quali sono i limiti di questa composizione? Al di la della omologazione tra regioni (il Molise passa da 2 senatori a 6, la Lombardia da 49 a 6…) Uno in particolare: quando avranno tempo di fare i senatori questi presunti senatori? Perché se il Senato diventa una “vera” assemblea legislativa, chiamata a dare pareri (cioè a deliberare) su tutta una pluralità di complesse materie, allora rimane il punto che per fare questo ci vogliono tempo e competenze specifiche.

Il presidente della Regione faccia il presidente della Regione. Il sindaco faccia il sindaco. Anche perché intravvedo un rischio, neppure tanto remoto: se il Senato sarà veramente “a costo zero” (o quasi zero), perché mai un sindaco – magari di una media città – dovrebbe sostenere a proprie spese la trasferta romana per svariati giorni al mese, mangiandosi mezza indennità di carica in aerei, treni e alberghi, sacrificando per di più giorni di lavoro che sarebbero forse meglio spesi stando sul territorio di elezione?

Non vorrei che alla fine invece di avere un senato di sindaci o presidenti, ci troveremo con un senato di assenteisti…

Autore: Marco Cucchini

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