03/04/2014 – Si vota il 22 e il 25 maggio nei 28 stati membri dell’Unione europea per costituire il Parlamento comunitario. Per il nostro paese la chiamata alle urne arriva esattamente a tre mesi dall’insediamento del Governo di Matteo Renzi e sarà un banco di prova determinante per testare gli umori degli elettori a poco più di un anno dell’incerto risultato delle ultime Politiche. Osservato speciale (anche) il Movimento 5 Stelle, con il leader Beppe Grillo che ha fatto capire alla stampa estera di essere pronto a fare un passo indietro in caso di sconfitta.
Sul suo blog ha specificato che le “elezioni europee di fatto sono diventate elezioni nazionali”. “Non è un mistero che i governi vengano fatti e disfatti a Bruxelles”, ha proseguito, e a giornalisti esteri ha tenuto a ribadire la centralità del voto online nel rapporto del Movimento con gli elettori. Pratica che, secondo quanto pubblicato sul blog nelle ultime ore, verrà utilizzata per “una grande fase di consultazione dei cittadini in materia di riforme costituzionali e lavoro. […] Un coinvolgimento senza precedenti”. Si continua, quindi, a puntare sul coinvolgimento digitale diretto, che ricordiamo essere stato affidato a una piattaforma proprietaria a cui possono accedere solo gli iscritti entro il giugno del 2013, anche in termini di comunicazione verso l’esterno.
All’interno il sistema continua a essere utilizzato per orientare le decisioni degli eletti e scegliere i candidati: ieri si è concluso il primo turno di consultazioni su base regionale per i volti destinati a Bruxelles. I candidati erano 5mila. Hanno votato in 35.000esprimendo 92.80o preferenze. Calcolatrice alla mano, si tratta dipoco più di 18 preferenze medie a candidato. Una manciata, praticamente. Dei venti che sono passati, non a caso, quello che ha ottenuto meno voti, Manuel Voulaz, è fermo a 33. Bagno di folla, si fa per dire, la lombarda Eleonora Evi, 556 crocette (digitali). Gli 85.400 aventi diritto al voto hanno avuto a disposizione un giorno per dire la propria, dalle 10 del mattino alle 21.
Nei commenti gli utenti lamentano scarsa chiarezza nelle procedure che hanno portato alla candidatura e nella pubblicazione dei curricula dei candidati e i tempi troppo stretti a disposizione per esprimersi: “Anche stavolta hanno votato solo 35mila persone, molte meno della metà degli iscritti. Molti avranno scoperto che si votava soltanto oggi o ancora non l’hanno capito”, si legge in un commento, che prosegue sottolineando che la quasi totalità dei candidati era composta “da persone mai sentite prima. […] Ieri si è votato, pertanto, senza conoscere tutti i candidati e senza preavviso”. Sulla scarsa riconoscibilità, anche all’interno del M5S, dei candidati si è espresso anche il sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti: “Vuol dire che non si sono spesi per il territorio. […] In questo modo viene un po’ fatto cadere il tema dell’attivismo, che è sempre stata una delle basi fondanti del Movimento”.
Sono però i numeri far riflettere sui risultati ottenuti dalla partecipazione online da quando i pentastellati sono entrati in Parlamento. Uno dei temi più dibattuti e che ha ricevuto una copertura consistente anche sui media tradizionali e all’interno di servizi non legati in modo specifico al Movimento è stato l’incontro con Matteo Renzi per le consultazioni. Grillo e Casaleggio sono stati imbeccati da 41.240 votanti, con una leggerissima predominanza dei favorevoli. Poco meno della metà degli aventi diritto, quindi, su un quesito secco su un’azione da compiere, e non una legge o un testo su un argomento specifico. Si è saliti con il verdetto sulle espulsioni dei quattro senatori Lorenzo Battista, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino. Hanno partecipato in 43.468, 29.883 dei quali a favore dell’espulsione.
Altro tema caldo, altro argomento non particolarmente specifico per le sorti del paese, si dibatteva ancora delle consultazioni e della posizione assunta dai quattro contro il leader, e, soprattutto, situazioni in cui Grillo si è speso con un’e-mail a tutti gli iscritti per avvisare della consultazione imminente e caldeggiare l’espulsione. Si scende, invece, a 32.847 votanti quando la domanda è relativa al primo quesito della legge elettorale e si scivola sotto i 25.000, 24.932, quando si inizia a parlare di reato di immigrazione clandestina. In queste situazioni sul blog sono statipubblicati contribuiti che dovrebbero aiutare gli iscritti a fare una scelta consapevole e, almeno in linea teorica, stimolare la partecipazione.
Al netto di polemiche sulla reale trasparenza della piattaforma e sulla possibilità di esprimere più preferenze (c’è stata una denuncia di un iscritto sardo) è l’ancora scarso coinvolgimento e la sensazione degli iscritti stessi di non essere messi in condizione di usufruire dello strumento messo a disposizione che presta il fianco alle perplessità. E ai rischi, in termini di risultati, se quello della democrazia digitale è uno dei cavalli su cui Grillo vuole (ancora) puntare in campagna elettorale.
Autore: Martina Pennisi | Fonte: wired.it