Piattaforme Partecipative: oltre la campagna elettorale

Piattaforme Partecipative: oltre la campagna elettorale

netw18/04/2014 – Le Piattaforme partecipative online, una risorsa per la campagna elettorale e non solo.

Tra poco più di un mese molti Comuni, anche di città capoluoghi di provincia, andranno a innovare la propria Amministrazione e senza dubbio in questo momento candidati e staff stanno ponendo mano a pagine Facebook account Twittersiti Internet e piattaforme digitaliper comunicare correttamente il proprio programma elettorale e coinvolgere la cittadinanza, dalle associazioni più attive sul territorio agli elettori indecisi.

La campagna elettorale è una straordinaria occasione perché la politica e la cittadinanza tornino ad ascoltarsi e a confrontarsi e il termine “partecipazione” che in alcuni momenti della nostra storia politica ha avuto una connotazione politica specifica riappare, proprio in campagna elettorale, come un valore da frequentare per tutti e un obiettivo da non tradire dopo le elezioni.

La Rete offre un aiuto ai candidati per tradurre questo valore in programma e poi a coloro che saranno eletti in progetto per rendere il bilancio e la vita dell’ente locale davvero condivisi e in grado di canalizzare le energie emerse in risorse per la vita della città e in soddisfazione delle aspettative di chi vi ha creduto e si è speso in prima persona. Più un movimento politico si fonda sulla partecipazione più dovrà pertanto porsi il problema di quale piattaforma operativa dovrà utilizzare per mettere in pratica questa promessa anche dopo le elezioni: il caso di Milano è particolarmente significativo perchè ha mancato di individuare una scelta giusta con cui concretizzare le energie del Movimento arancione di Pisapia dopo la sua elezione.

Le elezioni dello scorso anno avevano, da questo punto di vista, fatto emergere piattaforme di e-democracy come Liquid Feedback adottate non solo dal Movimento 5 Stelle, ma da candidati quali Umberto Ambrosoli per le Elezioni regionali lombarde. Per quanto estremamente sofisticata, la piattaforma espone però il fianco ad una complessità che rende realistico il concetto di “educazione alla democrazia”, ma alza soglie troppo elevate nell’accogliere cittadini meno avvezzi ai temi trattati e alla tecnologia stessa. Per questo motivo, occorre immaginare il supporto di strumenti più intuitivi e dei social media come canali di ascolto e di collaborazione con la cittadinanza.

I media civici, promossi in Italia dalla Fondazione Ahref, sono in altri Paesi presenti con portali molto incisivi quali Fixmystreet – un sito partecipativo per condividere la necessità di interventi viabilistici e urbanistici – e TheyWorkForYou dove gli elettori hanno evidenza del lavoro svolto dai rappresentanti nelle istiuzioni. Molti siti sono apparsi anche nel nostro Paese, soprattutto a livello parlamentare, come quello promosso da Laura Puppato e molti continueranno ad apparire come tentativo di rendere la politica trasparente e partecipata.

I candidati sindaci hanno oggi nella Rete, ed in queste piattaforma, una doppia opportunità: possono rappresentare plasticamente il valore dell’ascolto e della partecipazione in campagna elettorale, ma anche – e soprattutto – un luogo dove proseguire questa relazione dopo le elezioni.

I requisiti sono però:

  • livelli diversificati di fruizione dei contenuti per non ostacolare l’uso di utenti con meno tempo e con minori risorse cognitive per affrontare gli argomenti trattati;
  • l’animazione e la moderazione di tali ambienti perché possano diventare davvero una community;
  • la promozione della partecipazione attraverso la valorizzazione delle conversazioni più rilevanti all’interno dei più diffusi social media.

Le piattaforme digitali, se usate in questo modo, non saranno quindi solo uno strumento per la campagna elettorale, ma una leva per la vita civile di un territorio. In una parola, una risorsa per la politica.

Autore: Andrea Boscaro | fonte: www.spinningpolitics.it e www.thevortex.it

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