26/05/2014 – Fino a qualche mese ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle veniva impedito di prendere parte ai dibattiti televisivi, pena l’espulsione dal movimento con un imbarazzante voto “della rete”. La scorsa settimana, invece, sono stati proprio i vertici, Grillo e Casaleggio, a rompere la tradizionale chiusura uscendo dalla rete per rispondere alle domande dei giornalisti, accusati da sempre di essere il risultato del regime politico. In verità non si è trattato di dibattiti con un pubblico competente, solamente due interviste dirette.
Era dal 1993 che Beppe Grillo non entrava in uno studio Rai e ha accettato di essere ospite alla puntata di Lunedì di Porta a Porta dal titolo “Adesso parlo io”. Niente di più vero: l’atteggiamento teatrale del comico ha condotto tutta l’intervista a tal punto che Bruno Vespa riusciva a stento ad intervenire per moderare il comizio. Perché di questo si è trattato: un comizio, come quelli che Grillo conduce nelle piazze; frasi veloci, poche portate a termine, informazioni lanciate a raffica senza effettive spiegazioni, per stupire o costringere a domandarsi se quello che stava dicendo fosse vero o no. Stava in piedi muovendosi coreograficamente e affermando che lo scopo di quell’apparizione era proprio una «mossa politica per convincere quelle persone che hanno un pregiudizio» contro di lui indotto dall’immagine che la televisione stessa ne dà. Se si confronta questa performance con quella di Gianroberto Casaleggio, ospite di In 1/2Ora di Lucia Annunziata, si può notare un aspetto molto importante del Movimento: la sua natura duale, che trova fondamento nel carattere di due personaggi estremamente diversi. Casaleggio è pacato, risponde in modo composto alle domande poste dalla giornalista; non sembra né voler convincere, né voler stupire. È lì come il rappresentante di una realtà che, secondo il M5S, il mondo politico tende a sottostimare, ma che è invece pronta a vincere le elezioni europee e chiedere la dimissioni del Capo dello Stato.
Necessarie in questa occasione eccezionale sono quindi le domande su come il Movimento 5 Stelle intenderà governare l’Italia se la previsione di vittoria si rivelerà esatta: come risolvere i problemi ai quali fino ad oggi si sono solo mosse critiche, mentre la risposta sembra ancora troppo vaga rifacendosi a “riforme della rete” che nessuno davvero conosce? «Le europee saranno vinte con il 96% dei consensi, sarà una marcia trionfale – dice Grillo – andremo al governo con gli italiani». E nonostante la richiesta di approfondire questo tema, in verità entrambi i vertici sfuggono alla domanda perché ancora non è possibile svelare la squadra pensata all’interno del Movimento per governare l’Italia. Quel che è certo è che – sostengono – avranno i numeri per governare da soli.
In modo satirico Maurizio Crozza schernisce Renzi quando sembra dica concetti messi insieme in modo poetico, ma le capacità comunicative di Grillo non si distanziano molto da questo espediente. Parlando di immigrazione cosa significa “volere meno cuore e più intelligenza”? L’Europa deve farsi carico del problema immigrati (ed è opinione condivisa), ma quindi come definire la reale posizione del Movimento 5 Stelle davanti all’Europa? Poteri forti e ingiusti quando è cattiva, necessaria quando serve? Sulla stessa linea d’onda le proposte di referendum per uscire dall’euro, che fanno nascere dubbi sulle conoscenze costituzionali del comico. Tra i due è forse Casaleggio che si dimostra più con i piedi per terra: poche spiegazioni, è vero, ma in compenso anche meno promesse e idee lanciate su due piedi; presenta una fotografia dell’Italia dal punto di vista della loro “ideologia”, ma non ricerca necessariamente l’offesa del nemico.
Quando capita di parlare con esponenti dei Pentastellati la difesa dell’esuberanza di Grillo (che spesso ha raggiunto eccessi) viene posta in questi termini: “Beppe è il nostro megafono, ma non decide lui”. Posto che è difficile credere che il Movimento 5 Stelle abbia il 96% dei consensi, questo si potrebbe imputare proprio al fatto che il “megafono-Grillo” presenti qualche problema di immagine.
Per concludere la domanda che muove questa riflessione è: come mai proprio ora i due vertici del M5S hanno deciso di “uscire allo scoperto” dopo mesi di reticenza? In minima parte probabilmente si può giustificare con necessità di campagna elettorale: se davvero sono convinti della vittoria tanto quanto riportano, perché interrompere il leit motiv anti-sistema?
Autore: Giulia Brioschi | Fonte: spinningpolitics.it