104

Non ho mai amato le approssimazioni, le superficialità e le facilonerie e – dovendo osservare la politica per professione – sono condannato a sorbirne massicce dosi quotidiane.

Ad esempio, il mantra dei sostenitori della riforma del Senato è che “dobbiamo procedere costi quel che costi perché in 30 anni di riforme si è solo parlato ma non si mai fatto nulla”. Ora, si può avere l’opinione che si preferisce del disegno di legge costituzionale che modifica profondamente la composizione del Senato, abroga il Cnel e riduce sensibilmente la potestà legislativa regionale, ma non è ammissibile affermare che “in 30 anni non si è fatto nulla”.

Mi sono quindi preso la briga di fare un piccolo calcolo delle riforme costituzionali e istituzionali approvate in questi famosi “30 anni di nullafacenza” e il conto complessivo – tra riforme grandi e piccole – è sorprendente: 104. Ben 3 più dei dalmati disneyani o dei famosi franchi tiratori anti Prodi del 2013… E’ un conto tanto rilevante che merita una spiegazione metodologica e lessicale: al fine del ragionamento che viene sviluppato si considerano “riforme costituzionali” non tutte le leggi di rango costituzionale, ma solo quelle che hanno modificato uno o più articoli della Costituzione, mentre si considerano “riforme istituzionali” le norme di rango primario che hanno modificato composizione o funzioni di organi costituzionali fondamentali centrali (ad esempio la l. 400 del 1988 che ha riordinato e riorganizzato struttura e competenze della presidenza del Consiglio), di organi di rilievo costituzionale (ad esempio il CSM o il CSD) o di istituzioni politiche locali.

Basandomi sui database dei siti istituzionali di Camera, Senato, Presidenza del Consiglio, CSM e Corte dei Conti il calcolo che sono riuscito a ricostruire è il seguente:

  • Articoli della Costituzione modificati: 34
  • Riforme normativa elettorale: 7
  • Riforme regolamento della Camera dei Deputati: 27
  • Riforme regolamento del Senato: 16
  • Riforme organizzazione e ordinamento della presidenza del Consiglio e dei ministeri: 9
  • Riforme sistema delle Autonomie Locali (esclusa riforma costituzionale del Titolo V): 7
  • Riforme organi di rilievo costituzionale (CSM, CSD, Corte dei Conti): 4

Totale complessivo: 104

Non ho considerato nell’elenco – che dunque pecca per difetto – le leggi (costituzionali, ordinarie e statutarie) di riforma degli Statuti regionali; le altre leggi costituzionali (ad esempio la l. Costituzionale 2 del 1989 di indizione di un “referendum di indirizzo sul conferimento di un mandato costituente al Parlamento europeo”) o altre leggi che – pur toccando materie costituzionalmente sensibili (come il processo elettorale) – non incidono nella Costituzione o nelle modalità di attribuzione dei seggi in occasione delle competizioni politiche (norme sulla par condicio o sui rimborsi elettorali). E chi lo sa, magari mi sono pure perso qualche altra riforma per la strada…

Nell’elenco manca pure la riforma organica della II parte della Costituzione approvata dalla maggioranza di centrodestra nel 2005 perché mai entrata in vigore in quanto respinta (per fortuna) dal corpo elettorale in occasione del referendum confermativo del 2006. Però questo non toglie che le Camere fossero comunque riuscite a portarla a termine.

La Costituzione non è stata quindi stravolta nel corso di questi 30 anni, ma certo non si può sostenere che il Parlamento e i governi siano stati incapaci di portare a compimento dei processi riformatori. Anzi, forse ne hanno fatti pure troppi… Certo, si può obiettare che è mancata la riscrittura completa della II parte della Carta, la “Grande Riforma” catartica e purificatrice.

Ma forse, a ben vedere, non era poi così necessaria. E – per quanto mi riguarda – potrebbe continuare a non esserla neppure nel futuro…

Marco Cucchini | Poli@rchia (c)

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