19/02/2015 – Recentemente anche per Milano sono comparsi i manifesti di Italia Unica, il nuovo partito dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, la cui assemblea fondativa si è tenuta il 31 gennaio scorso quando l’attenzione dell’Italia tutta era rivolta al Quirinale per il successore di Giorgio Napolitano.
“Italia Unica è un partito politico che propone soluzioni coraggiose e concrete ai problemi delle famiglie, delle imprese e delle comunità. Soluzioni che si ispirano ai principi di libertà, democrazia, merito e solidarietà” recita l’Io Siamo sul sito, mutuando il nome dal libro-manifesto del fondatore – Io Siamo. Insieme per costruire un’Italia migliore, Milano, Rizzoli, 2014 – che l’ex ad di Banca Intesa ha scritto quando Italia Unica non era ancora partito.
Le tre proposte, di cui – tra gli altri – sono promotori l’ex Italia Futura Lelio Alfonso, il già governatore del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo e il più volte deputato Fabio Evangelisti, vanno sotto al nome della campagna “La rivoluzione è possibile.” e vengono presentate su tre manifesti che ricalcano la stessa impostazione.
A cambiare sono i colori – rosa, arancione e verde – e il titolo della proposta (bonus di 5000 euro per ciascun figlio sotto i 5 anni, riduzione delle tasse sulle imprese e restituzione del 50% dell’IVA per chi paga con il bancomat), mentre gli elementi formulari risultano essere il viso stilizzato di Passera, posto per metà sul lato del manifesto, la firma del banchiere comasco e ciò che nei tre casi si verificherebbe se la proposta fosse messa in atto: “così Roberta può avere un bambino”, “così Paolo può lavorare nel suo Paese” e “così Laura può avere più soldi a fine mese”.
A piè di manifesto, insieme al già citato claim “La rivoluzione è possibile.”, il logo di Italia Unica e l’invito a firmare le proposte sul sito ufficiale del partito.
Diversi, secondo chi scrive, sono però gli elementi della campagna che non funzionano; partendo dal nome della campagna, sulla scia dell’”estremo centro” adottato dall’UDC di Casini, con l’ossimoro della “rivoluzione possibile” per un partito che punta al voto dei moderati, passando per il calco della celeberrima raffigurazione di Obama nei poster “Hope” con la faccia dell’ex Ministro delle Infrastrutture, sino ai caratteri e le tonalità con cui sono scritti i due testi – la proposta e il risvolto concreto per il cittadino X – poiché l’attenzione di chi legge non è richiamata da nessuna parola, essendo caratteri e colori (in bianco la proposta, della stesso colore del viso di Passera la seconda parte) i medesimi per i due diversi contenuti.
Il logo invece, per il quale rimando ad un articolo sul tema di Gabriele Maestri, rassomiglia sostanzialmente un QR Code e si trova appena sopra al nome del partito dove l’unico termine evidenziato in grassetto è “Unica”, facendo rimaner poco impresso sia il simbolo che il nome stesso del neonato partito.
Il bacino elettorale di Italia Unica potrà spaziare dagli ex elettori montiani fino ai tanti delusi nel centrodestra, ma per ora l’impressione data dalle scelte comunicative fa pensare ad un percorso simile a quello avuto da Italia Futura di Montezemolo e la sia successiva trasformazione/ingresso in Scelta Civica, senza però avere la figura di Mario Monti dalla propria: la rivoluzione (moderata) sarà possibile?
Fonte: panepolitica.it | Autore: Niccolò Bertorelle