09/03/2015 – Non ci sono aggettivi sufficienti per descrivere la bestialità degli atti di violenza gratuita compiuti da quella bieca setta di assassini nota come Isis (o Is) che, con la scusa di una interpretazione farneticante del Corano (testo che forse un po’ si presta ai fraintendimenti), compie decapitazioni, stupri e massacri di massa. Facendo leva non solo sulla teppaglia locale, ma attirando uomini da tutto il pianeta, sedotti dalla voglia di infrangere ogni regola del vivere civile sotto il cappello fasullo della religione. E oltre agli uomini attirano pure delle donne, evidentemente di intelligenza limitatissima, che vanno volontariamente a offrirsi a dei potenziali carnefici tenendo un comportamento talmente assurdo e irrazionale che potrebbe essere paragonato solo a quello di un ebreo polacco che durante l’occupazione di Varsavia si fosse trovato ad avere la bella pensata di bussare alla Gestapo chiedendo come fare per ottenere la tessera del NSDAP…
Avendo evidentemente esaurito il catalogo di orrori nei confronti degli esseri umani (abbiamo visto decapitazioni, roghi, tratta di schiave, bambini soldato, gay gettati da palazzi, lapidazioni… che altro potrebbero inventare ancora?) da alcuni giorni si rivolgono verso l’inestimabile patrimonio storico e artistico di quella che fu la “Mezzaluna Fertile”, la culla della civiltà umana. E così vediamo mostri barbuti vestiti di nero con martello pneumatico e ruspe intenti a demolire le tracce di Civiltà tanto antiche quante superiori al loro orrendo mondo fanatico.
E’ un crimine contro l’Umanità ma è anche un crimine contro se stessi. Perché nessuna civiltà (sempre che di civiltà si parli) parte “da zero”. Siamo tutti eredi di qualcosa o di qualcuno, tutti continuatori e nessuno inventa un nuovo mondo a tavolino. Anche i nazisti – tanto intenti a creare l’uomo ideale – tracciarono un collegamento ideale tra il loro universo aberrante e il retaggio cultural-mitologico germanico. Anche il totalitarismo sovietico rispettò l’eredità artistica e culturale della società zarista (e infatti Stalin, lungi dal demolire il Cremlino, ci andò a vivere) e – per dirla tutta – non mi viene in mente un esempio degli ultimi secoli in cui un nuovo ordine andò affermandosi attraverso la demolizione totale – anche fisica – del precedente. Forse era nelle corde del regime di Pol Pot in Cambogia, ma durò talmente poco…
Però lo sdegno verso la barbarie e la sconfinata assenza di valori di questa torma di fanatici con la barba e il turbante non può far credere che Isis abbia l’esclusiva dei crimini contro l’arte e la cultura… Perché laddove ci sono bande armate, la civiltà è sempre in pericolo.
Basti pensare al folle ordine (non eseguito, ma comunque impartito) di radere al suolo Parigi, lanciato dalla mente allucinata e febbricitante di Hitler. Oppure alla distruzione della millenaria Abbazia di Montecassino – sopravvissuta a tutto per 1400 anni – rasa al suolo su ordine del generale americano Clark, ossessionato dall’idea (errata) che vi si fossero annidati i reparti della Wermacht. Per non parlare dell’orrendo bombardamento di Dresda, quasi a guerra terminata, che fece in una notte 30.000 vittime civili e cancellò dalla faccia della Terra la perla del barocco tedesco.
Altri esempi? Lo snaturamento cinico di Lasha, capitale del monachesimo tibetano, trasformata dal governo comunista in una qualsiasi città dormitorio con l’adozione di un piano urbanistico pensato per omologarla culturalmente a qualsiasi altra realtà urbana cinese e il ponte di Mostar, meraviglia medievale demolita a cannonate per noia dalle milizie croate durante la guerra di Bosnia, appena 20 anni fa…
Gli esempi potrebbero continuare, ma a che pro? Tanto il punto è chiaro. Raggruppa gli uomini, dai loro delle armi, riempi la testa di idee imbecilli e il risultato è assicurato, immancabilmente.
Autore: Marco Cucchini