Pubblichiamo un articolo di Giovanna Cosenza, professore associato presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna, dove insegna Semiotica e Semiotica dei nuovi media per la laurea triennale in Scienze della Comunicazione, Semiotica dei consumi.
In questi giorni al parco della Montagnola di Bologna si celebra il 7o° compleanno delle feste dell’Unità. L’evento è iniziato il 21 aprile, data in cui Bologna fu liberata, e dura fino al 3 maggio, data in cui settant’anni fa le forze nazifasciste si arresero definitivamente all’esercito alleato. È da giorni, dunque, che per le strade di Bologna si incontra l’affissione 6×3 «Bella come Sempre!»(che si ritrova sul sito web e ai giardini della Montagnola): tanto bella la festa – dice il poster – quanto la donna che regge la U! (c’è pure il punto esclamativo). Capisco le intenzioni rétro della campagna: è una festa che guarda all’indietro e valorizza la storia, il passato, la memoria. Però non mi piacciono:
- Il solito giochetto sulla bellezza femminile. Perché farlo? Perché usare un’immagine che sembra uscita da un’enciclopedia per casalinghe deglianni ’60? E perché proprio gli anni ’60, visto che stiamo celebrando il 1945? Non si poteva ad esempio mettere una partigiana, se proprio si voleva usare una figura femminile, valorizzandola per ciò che ha fatto, invece che per la bellezza del volto o del corpo?
- L’effetto di nostalgia passatista. Laddove il Pd di Renzi insiste sempre sull’innovazione, sulle riforme, sul futuro, perché questo ritorno al passato? La storia, capisco. Ma perché non combinare la storia con la contemporaneità e il futuro? E perché, infine, associare proprio Bologna– povera Bologna – a questo ritorno al passato? Già l’Emilia ha sofferto una percentuale preoccupante di astensioni nelle ultime elezioni regionali: perché infliggere proprio a Bologna un’immagine del Pd così lontana del meglio che, in fatto di comunicazione, Renzi e il renzismo hanno fin qui saputo fare?
Autore: Giovanna Cosenza | Tratto da: giovannacosenza.wordpress.com