Quante preferenze serviranno per essere eletti con la nuova legge elettorale?
L’Italicum dovrebbe passare, tranne un improbabile miracolo e – dando per buona la volontà di concludere l’iter di riforma del Senato – alle prossime elezioni politiche (che si svolgeranno forse nel 2018, ma chissà mai, forse anche prima…) degli attuali complessivi 423 parlamentari del Partito Democratico, solo 327 saranno eletti con il mix liste bloccate/voto di preferenza previsto dalla nuova normativa. Quindi, circa un centinaio di essi non tornerà più in Parlamento… Non penso saranno tutti della c.d. “minoranza PD” (una cinquantina scarsa tra Camera e Senato) – anche se la bulimia di lodi e potere del premier lo porta ad avere una mentalità da “piazza pulita” – quindi il tema “come faccio a rimanere onorevole” si pone per la gran parte dei parlamentari, una buona maggioranza di questi di prima nomina.
E quindi – la domanda che ogni candidato mi ha sempre posto chiedendomi supporto professionale per la sua campagna – quanti voti, quante preferenze serviranno per essere eletti? Risposta: non lo so, ma provo ad arrivarci…
Prendo come esempio del mio ragionamento il Friuli Venezia Giulia, la mia regione. Questa sarà divisa in 3 circoscrizioni, quindi la dimensione media sarà di circa 400.000 cittadini, il che significa 320.000 elettori. Seguite ora il ragionamento, step by step, che è oggettivamente un po’ contorto, anche se non realmente difficile.
1. Il Friuli Venezia Giulia elegge 13 parlamentari. Le circoscrizioni saranno 3, quindi orientativamente la distribuzione sarà 5-4-4. Tolti i capilista bloccati, i posti in competizione saranno 4-3-3. Sembra un modulo calcistico, ma è molto meno prevedibile…
2. Ad oggi, le elezioni dovrebbe vincerle il Partito Democratico, che in regione potrebbe pigliare circa il 33% (se non ci sono scissioni… altrimenti finisce sotto il 30) perché il 41% esiste ormai solo nei tweet dei renziani più boccaloni e dal cuore puro. Inoltre, lo sbarramento basso dell’Italicum favorirà la proliferazione di liste e listarelle e – come diceva mia nonna – ogni filo d’erba fa la sua ombra. Cioè altri voti percentuali persi.
3. Ipotizziamo che vadano a votare i 2/3 dei cittadini (pochi, decisamente pochi…), quindi diciamo 215.000 voti validi. Vale a dire che in ogni circoscrizione il dato medio dei voti conseguiti dal Partito Democratico potrebbe essere 70.000.
4. Storicamente, nel nord Italia, tra il 40 e il 50% degli elettori PD utilizza le preferenze, ma ipotizziamo che lo faccia una percentuale minore, considerato il numero basso di candidati (4/5) e la destrutturazione organizzativa del partito. Poniamo quindi l’asticella tra il 33% e il 40% dei voti. Quindi, in ogni circoscrizione, le preferenze complessive potrebbero essere circa 25.000. L’eletto sarebbe uno solo, forse neppure quello (visto che il primo seggio attribuito va al capolista paraculo), comunque al massimo 2.
5. Consideriamo alcuni fattori aggiuntivi: a) la doppia preferenza di genere che favorisce la creazione di cordate elettorali; b) il basso numero dei candidati; c) la necessità che ciascuno di questi sia un candidato “forte”, cioè in grado di portare voti personali (altrimenti a che serve?).
6. Azzardo la cifra: per poter considerare probabile la propria elezione, le preferenze individuali conseguite dal più votato della lista dovranno essere circa 8.000-12.000.
Siamo lontani dalle poche centinaia di voti necessarie per le primarie farsa del 2013, quando fu vietata la campagna elettorale e si votò durante le feste di Natale… 8-12.000 voti di cittadini veri, liberi, nel segreto dell’urna, su una area territoriale vasta… E allora cloni e replicanti che oggi gioiscono felici scopriranno che per tornare in Parlamento non sarà sufficiente cantare “per fortuna che Matteo c’è”…
Sono severo, ma non sono cattivo. Un consiglio professionale lo voglio dare e – eccezionalmente – è pure gratuito. Volete ritornare/diventare parlamentari? smettetela con i tweet vuoti e servili, con i gelati mangiati da “Giolitti” tra un voto di fiducia e l’altro, con il totale disinteresse per il territorio che vi ha eletto e compratevi un paio di scarpe comode. Non troppo costose, perché alla fine saranno distrutte.
E cominciate a camminare. La strada è lunga e molti di voi cadranno lungo il percorso. Per dirla con il Classico, “transitate in fila longobarda, che longo è il cammino…“, senza dimenticarvi di “Ringraziare lo Sommo che vi rende la via della salvazione irsuta di ostacoli“…
Buon Italicum a tutti, Onorevoli Deputati…
Marco Cucchini | Poli@rchia (c)
https://youtu.be/shvBiMQCzW8