Le primarie americane viste dal web: più discussione ma meno spazio per i moderati

Le primarie americane viste dal web: più discussione ma meno spazio per i moderati

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Le elezioni americane hanno sempre qualcosa di spettacolare. Come sapete, tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti nel 2016, c’è già un bell’assortimento di personaggi. Tra i repubblicani troviamo: l’imprenditore miliardario e personaggio televisivo Donald Trump, un altro Bush Junior dai toni più morbidi, una CEO di multinazionali tecnologiche. Per i democratici sono in corsa: l’attuale segretario di stato Hillary Clinton, dal profilo decisamente più istituzionale, il socialdemocratico Bernie Sanders e tante altre candidature ufficiali.

Ci sono anche personaggi bizzarri come il creatore di antivirus in vestaglia e fucileJohn McAfee, l’eccentrica social media star Dan Bilzerian o il rapper Waka Flocka Flame. Ce n’è addirittura uno che di nome fa “Deez Nuts” (il nostro equivalente della gag “sai chi ti saluta tantissimo?”), un ragazzino di 15 anni il cui vero nome è Brady, balzato in testa alle preferenze in alcuni stati come espressione di un voto di protesta. Lo stesso Kanye West ha dichiarato di volersi presentare nel 2020. È una fase in cui tutto può diventare spettacolo. Chissà se anche in Italia vedremo i nostri leader politici prestarsi a sketch memorabili come quello trasmesso dal comico Jimmy Fallon.

La spettacolarizzazione e personalizzazione della politica si fa ancora più pronunciata sul web, che sicuramente avrà un ruolo decisivo nell’orientare le scelte del popolo americano nel prossimo anno. A quattro anni di distanza dalle ultime presidenziali ci sarà un maggior numero di ambienti online da presidiare, ognuno dei quali rappresenta un’occasione preziosa nel raggiungere una certa tipologia di pubblico. Il team di Hillary Clinton, ad esempio, sta già curando la pubblicazione dei contenuti su Snapchat, per coinvolgere i giovani che votano per la prima volta, su Pinterest per ispirare un pubblico femminile; e ha già sperimentato le dirette streaming con Periscope. Instagram, invece, è diventato un must per tutti in campagna elettorale, specie per documentare gli eventi sul territorio, mostrare impegno sociale e coltivare un rapporto più personale con l’elettorato.

Nonostante Hillary Clinton abbia una popolarità maggiore sui social, la sua comunicazione sembra avere le armi un po’ spuntate. Non è facile cavalcare la tigre dell’online quando si ha ancora un ruolo importante nel governo e non ci si può permettere i sensazionalismi dei tuoi avversari, e non lo è di certo quando il tuo social media team si va a cercare i #fail su Twitter (in cui casca inevitabilmente anche Donald Trump con il lancio dell’hashtag #AskTrump):

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La cosa certa è che il formarsi dell’opinione pubblica è sempre più influenzato dalle notizie che circolano sui social network, ovvero Facebook e Twitter, come dimostra l’ultima ricerca pubblicata dal Pew Research Center. Se Twitter è rimasto un po’ al palo in termini di crescita negli ultimi mesi, resta la fonte di notizie in tempo reale per eccellenza, ed è comunque cresciuto rispetto al 2012, oltre a raccogliere la quantità maggiore di follower per i principali candidati. All’interno di Facebook, invece, è esploso il livello di coinvolgimento e di partecipazione nelle discussioni.

Un utilizzo così intensivo dei social network, per accedere ad informazioni mordi e fuggi, rende però l’opinione pubblica più polarizzata, cioè con posizioni che tendono ad essere opposte o contrastanti (caratteristica dell’online fin dai tempi dei forum: in generale, nella comunicazione mediata dal computer, c’è meno spazio per le posizioni moderate). Capita anche che Facebook, con il suo sofisticato algoritmo, filtri i contenuti in base ai gusti personali degli utenti, lasciandoli nel loro brodo di fonti e convinzioni.

C’è chi sostiene che la spinta nei sondaggi di Donald Trump e di Bernie Sanders sia dovuta proprio a questo tipo di effetti (in Italia possiamo osservare un fenomeno simile). Donald Trump, tra l’altro, è stato in assoluto uno degli argomenti più caldi nelmese di Agosto su Facebook.

Le testate giornalistiche conoscono bene l’influenza dei social network e cercano di includerli nei loro format. La CNN, per citare un caso molto recente, ha già stretto unapartnership con Facebook al fine di avere accesso alle conversazioni degli utenti americani (status pubblici e privati) sui temi caldi della politica.

Gli argomenti di tendenza saranno trattati in un format editoriale, che prevede, oltre ad interessanti report, anche un tour in un camper nelle città dove le problematiche emerse sono più sentite, in modo da raccogliere interviste tra i normali cittadini e utilizzarle come spunto nei dibattiti ufficiali della rete televisiva.

Fonte: huffingtonpost.it

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