Le mani dei supermanager sulle città

Le mani dei supermanager sulle città

Le mani dei supermanager sulle città. Mentre a Milano si profila un derby tra i dirigenti Beppe Sala e Stefano Parisi, a Roma crescono le quotazioni dell’imprenditore Alfio Marchini. Un po’ ovunque, la politica fa un passo indietro. È la nuova moda. Dopo la fase dei tecnici – rappresentata ai massimi livelli dal governo di Mario Monti – si apre la stagione dei manager. Un po’ per scelta, un po’ per necessità, alle amministrative i partiti si affidano a candidati esterni. In assenza di una classe dirigente in grado di raccogliere la sfida, è il momento dei sindaci amministratori delegati. Esperti, affidabili, preparati. Se possibile di successo.

A Milano il nuovo corso è particolarmente evidente. Le primarie appena celebrate hanno affidato le speranze del centrosinistra a Sala, l’uomo di Expo. Archiviata la rivoluzione arancione di Pisapia, che non si è neppure ricandidato, il Pd ha scelto l’ex city manager di Letizia Moratti. Ecco un’altra novità. I nuovi leader sono trasversali. La fedeltà al partito è stata sostituita con la versatilità manageriale. Non stupisce che il probabile avversario sarà Stefano Parisi, già direttore generale di Confindustria e city manager, a sua volta, dell’ex sindaco Gabriele Albertini. Alla fine sembra che il rappresentante del centrodestra sarà proprio lui. Un passato da amministratore delegato di Fastweb, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini lo hanno scelto per tentare la riconquista di Palazzo Marino. E la lista non è finita.Completa il quadro milanese il manager Corrado Passera: il banchiere con un passato nell’esecutivo tecnico di Monti, che ha già annunciato la sua candidatura alternativa ai partiti tradizionali.

La politica fa un passo indietro, si apre la stagione dei manager. Un po’ per scelta, un po’ per necessità, alle amministrative i partiti si affidano a candidati esterni

A Roma lo scenario si ripete. Qui la politica si è già fatta da parte: tra inchieste e psicodrammi, qualche mese fa il sindaco è stato sostituito in Campidoglio da un commissario straordinario. Le elezioni di giugno potrebbero certificare la nuova stagione. Anche nella Capitale Matteo Renzi aveva pensato a un esterno. Prima di convincere Roberto Giachetti – che alle primarie di centrosinistra se la vedrà con Roberto Morassut – il premier ha provato a candidare Giovanni Malagò. Oggi ai vertici del Coni. Neppure il centrodestra ha resistito al fascino del manager di successo. Silvio Berlusconi aveva puntato sull’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che alla fine ha declinato l’offerta. Nel suo curriculum la gestione da commissario del post terremoto in Abruzzo, l’emergenza rifiuti in Campania e il G8 dell’Aquila.

Incassato il no di Bertolaso, adesso il centrodestra cerca un altro manager. E la scelta potrebbe ricadere su Alfio Marchini. Già in corsa alle ultime amministrative romane, dove ha sfiorato il 10 per cento delle preferenze, l’imprenditore ha annunciato da tempo la nuova candidatura. Se davvero la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni rinuncerà alle elezioni, potrebbe essere proprio lui a rappresentare la coalizione (nonostante i dubbi di alcuni degli alleati). Anche stavolta si tratta di un manager preparato e trasversale. Non sfugge la storia di una famiglia di costruttori legati al Partito comunista (non a caso in città i Marchini erano conosciuti come “Calce e Martello”).

Non solo Milano. Dopo il rifiuto di Bertolaso, a rappresentare il centrodestra romano potrebbe essere Marchini. Altro manager preparato e trasversale

Paradosso della situazione, ad arginare le pretese dei supermanager restano spesso i politici della vecchia guardia. Non è il caso di Giachetti a Roma, che pure in Campidoglio è entrato nei primi anni Novanta come capo di gabinetto dell’allora sindaco Francesco Rutelli. A Napoli, però, tra i candidati del centrosinistra spunta Antonio Bassolino, ex sindaco e presidente della Regione Campania. E a Torino prova a riconfermarsi un altro politico di lungo corso, Piero Fassino. Secondo i bene informati, Fassino ha provato a resistere fino all’ultimo, dubbioso sulla sua ricandidatura. Ironia della sorte, in caso di un suo passo indietro Renzi aveva già trovato la sostituta, invitandola a parlare alla Leopolda subito dopo Giachetti e Sala: la dirigente Evelina Christillin, a capo dell’Agenzia nazionale del turismo e presidente del comitato Torino 2006 che dieci anni fa portò le olimpiadi invernali in Piemonte. L’ennesima supermanager di successo. L’unica messa da parte, almeno per ora.

Fonte: linkiesta.it | Autore: Marco Sarti

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